Datagate. Il caso Snowden fa scoppiare la crisi diplomatica

Morales bloccato per 10 ore, convocata l’unione delle nazioni sudamericane

VIENNA – Bloccato tutta la notte a Vienna. Questo l’epilogo del viaggio del presidente boliviano, Evo Morales, il cui velivolo è stato costretto ad un atterraggio forzato dopo che vari Paesi europei avevano negato il permesso di sorvolo dei loro rispettivi territori.
Un episodio che l’America Latina ha detto di non perdonare, tant’è che  l’Unione delle nazioni sudamericane ha sollecitato, su richiesta dell’Ecuador, una riunione
straordinaria dei capi di stato dell’Unione per parlare del caso del presidente bloccato all’aeroporto di Vienna.  Su Twitter il ministro degli esteri dell’Ecuador, Ricardo Platino, ha fatto sapere che il presidente peruviano Ollanta Humala leader di turno dell’organizzazione, ha chiesto la disponibilità agli altri paesi per una riunione domani mattina.

Ufficialmente i permessi di sorvolo erano stati ritirati per “ragioni tecniche”, ma poi si e’ saputa la verita’, ovvero che  l’ex analista della Cia, Edward Snowden, ricercato dagli Stati Uniti, fosse a bordo dell’aereo. Invece il giovane Snowden è ancora all’aeroporto di Mosca in terra di Nessuno.
Sarebbe stato il Portogallo il primo a proibire all’aereo di fare scalo, mentre la Francia e l’Italia hanno vietato di sorvolare il proprio territorio, mentre la Spagna ha inizialmente solo permesso di fare scalo alle Canarie per fare rifornimento. Alle 9 ora locale, secondo quanto raccontato a Vienna dal ministro boliviano della Difesa, Ruben Saavedra, tutti i Paesi avevano concesso il permesso all’aereo presidenziale.
Morales, dal canto suo, ha smentito seccamente che Snowden si trovasse a bordo: “Non lo abbiamo proprio visto e  non e’ stato mai  argomento di conversazione con le autorita’ russe”. Insomma è veramente un’anomalia, perchè sono stati proprio i paesi spiati a bloccare il velivolo, per cercare un uomo al quale dovrebbero solo dire grazie.

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