Egitto. Mansour presidente ad interim. Alla guida del governo Mohammed ElBaradei

IL CAIRO – L’Egitto volta pagina.  Il presidente egiziano Mohamed Morsi, esautorato dall’esercito da ieri, è stato trasferito all’alba di oggi al ministero della Difesa, mentre tutto il suo staff resta agli arresti in un edificio militare. Intanto, violenti scontri hanno avuto luogo nella notte in alcune delle principali città del paese: secondo l’ultimo bilancio ufficiale, almeno dieci persone sono morte.

L’arresto del primo presidente democraticamente eletto in Egitto rappresenta l’ultima tappa di una serie di misure prese dalle forze armate egiziane, che hanno anche chiesto l’arresto di 300 esponenti del Movimento dei Fratelli Musulmani.

L’iniziativa dell’esercito, che ha sospeso la Costituzione e nominato il presidente del Consiglio Costituzionale Adly Mansour capo di stato provvisorio, ha destato grande preoccupazione all’estero: il presidente degli Stati Uniti ha auspicato un pronto ritorno al potere delle autorità civili, ha chiesto di rivedere gli importanti aiuti militari Usa all’Egitto ed ha ordinato di evacuare l’ambasciata americana al Cairo.   Da parte sua, l’Unione europea ha lanciato un appello per l’organizzazione di nuove elezioni presidenziali nel più breve tempo possibile. Mansour è stato designato dalle Forze Armate come capo dello Stato al posto di Morsi nell’ambito della loro ‘roadmap’, il piano d’intervento messo a punto per gestire la fase di transizione in Egitto, in vista delle future elezioni anticipate.

Nella notte, intanto, un gruppo di sostenitori del presidente destituito ha attaccato un edificio delle forze di sicurezza nel nord del paese. Sette di loro sono rimasti uccisi negli scontri con le forze dell’ordine a Marsa Matrouh e Alessandria, sulla costa mediterranea. Tre oppositori di Morsi, invece, hanno perso la vita in scontri con supporter dell’ex capo dello Stato ad al Minya.   «L’Egitto vive una nuova fase storica ci siamo sbarazzati di Morsi e dei Fratelli Musulmani», ha detto un manifestante durante un corteo di giubilo per l’arresto del presidente.

Alla guida del governo Mohammed ElBaradei

Per guidare il nuovo governo transitorio dell’Egitto la «prima scelta» delle Forze Armate, sarebbe ricaduta su  Mohammed ElBaradei, neo-leader della Coalizione 30 Giugno che raggruppa le forze di opposizione laiche e secolariste come pure i movimenti giovanili di protesta raccolti sotto la sigla  ‘Tamarrud. E’ queanto riferiscono le stesse fonti militari che hanno chiesto di rimanere anonime, e l’indiscrezione è poi stata confermata negli ambienti politici e diplomatici al Cairo.
«È una personalità di statura internazionale», hanno proseguito le fonti, alludendo alla lunga e vasta esperienza maturata da ElBaradei quale direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. «È popolare presso la nostra gioventù», hanno proseguito le fonti riservate, «e crede in una democrazia che comprenda tutte le forze politiche. È popolare persino tra
alcuni gruppi islamisti». Non solo: il 71enne ex numero uno dell’agenzia Onu sarebbe gradito a quei Paesi occidentali che non si sono certo strappati i capelli per la cacciata di Morsi e dei Fratelli Musulmani cui fa capo dai vertici del potere. Tra gli esponenti di punta del Fronte Nazionale di Salvezza, l’alleanza anti-islamista confluita domenica scorsa in un fronte ancora più ampio, è stato inoltre designato subito a negoziare con i militari: era infatti presente quando, alla scadenza dell’ultimatum di 48 ore impartito tre giorni fa ai partiti dal Supremo Consiglio delle Forze Armate, ha annunciato il colpo di stato incruento il generale Abdel Fattah al-Sissi, ministro della Difesa e capo dello stato maggiore interforze.

 

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