Egitto. I sostenitori di Morsi tornano in piazza. L’esercito pronto ad entrare in azione

IL CAIRO – I Fratelli Musulmani scendono in piazza nonostante il governo egiziano abbia intimato loro di non farlo e, anzi, di smobilitare i presidi messi in piedi per chiedere il ritorno al potere del presidente destituito Mohamed Morsi.

L’operazione di polizia sarebbe dovuta cominciare all’alba di oggi ma probabilmente l’appello delle cancellerie internazionali, tra cui quello della diplomazia italiana, a evitare un «bagno di sangue» ha indotto l’esercito a prendere tempo. L’operazione, però, sembra imminente.

I Fratelli musulmani insieme ad altri sostenitori dell’ex presidente, però, ne hanno approfittato per lanciare una nuova esortazione in una nota: «L’alleanza chiama tutto il popolo egiziano a scendere in marcia oggi e a riunirsi ovunque». E hanno fortificato i presidi con sacchetti di sabbia e muretti improvvisati nella previsione del peggio, come è successo nella parte nordest del Cairo, dove si trova la roccaforte delle proteste. Secondo fonti della sicurezza, non sono stati tanto gli appelli occidentali alla calma a frenare la repressione annunciata quanto il fatto che fin dall’alba sono arrivate nella capitale folle di islamisti più grandi di quelle attese, e proprio per dar manforte in vista della gigantesca operazione di polizia. L’attenzione è puntata sugli accampamenti di Rabaa al Adauiya e Al Nahda, piazze ormai diventate punti di riferimento dei sostenitori di Morsi. Qui si dirigono centinaia di islamisti ma queste sono anche le mete delle forze di sicurezza, e la speranza che lo scontro non abbia luogo è in queste ore affidata alla mediazione di Ahmed Al Tayeb, l’imam di Al Azhar, l’istituzione più autorevole nel mondo sunnita.

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