Egitto.Calma apparente. Entro 48 ore Mubarak sarà libero

IL CAIRO – E’ una calma apparente quella che si respira in Egitto. Da una parte i cortei dei Fratelli musulmani sono stati cancellati, ma dall’altra ogni situazione può diventare motivo di scontro da un momento all’altro.

La Polizia cerca di monitorare la situazione attraverso dei check-point, ma i sostenitori di Morsi non si danno per vinti, non stante i segnali positivi arrivati dai vertici militari: “L’esercito non ha intenzione di prendere il potere e vuole l’inclusione degli islamisti”, ha detto il ministro della Difesa e capo delle forze armate egiziane, il generale Abdel-Fatah el-Sissi. «Abbiamo dato molte possibilità per mettere fine alla crisi in modo pacifico e chiediamo che i seguaci dell’ex regime partecipino alla ricostruzione del percorso democratico e si integrino nel processo politico e nella mappa futura» invece che avere «confronti e distruggere lo Stato egiziano», ha proseguito el-Sissi. Secondo la roadmap stilata dall’esercito dopo la destituzione del presidente Mohammed Morsi, prima dovrebbe avvenire la modifica della Costituzione sostenuta dagli islamisti, quindi nel 2014 si dovrebbero tenere elezioni presidenziali e parlamentari.

Detenuti uccisi dai gas, attentato ai militari
Intanto la conta dei morti aumenta. Ieri 36 membri dei fratelli musulmani sono morti dopo essere stati arrestati per asfissia da gas lacrimogeni.  E poche ore dopo  almeno 24 poliziotti egiziani sono morti ed altri due sono rimasti feriti in un attacco contro un convoglio militare avvenuto nella penisola del Sinai. Un sanguinoso attacco che ha il sapore di una vendetta dei fondamentalisti, durante il quale sono stati esplosi  dei razzi Rpg che hanno lasciato a terra ben 24 membri delle forze di sicurezza egiziane.
Dal 3 luglio scorso, data in cui l’intervento delle forze armate ha portato all’estromissione del presidente Mohammed Morsi, sostenuto dai Fratelli Musulmani, 49 membri delle forze di
sicurezza sono stati uccisi nella regione negli attacchi condotti da gruppi jihadisti.

Il Sinai è popolato per la maggior parte da beduini – da sempre in difficili rapporti con le autorità del Cairo – e i gruppi estremisti islamici ne hanno fatto una base di operazioni per attacchi contro Israele, complice anche la scarsa presenza militare egiziana dovuta al Trattato di pace con lo Stato ebraico.  Il Sinai è infatti una zona in gran parte demilitarizzata, sebbene il governo israeliano abbia dato negli ultimi giorni via libera al Cairo per il dispiegamento di un maggior numero di truppe in grado di garantire la sicurezza.

Riunione d’emergenza alla UE
Nel frattempo si cerca di far ripartire la macchina della diplomazia. Oggi, infatti, è prevista una riunione d’emergenza degli ambasciatori dei Paesi Ue che prepareranno il terreno all’imminente consiglio straordinario dei ministri degli Esteri che decideranno le misure da adottare per rivedere i rapporti diplomatici con l’Egitto. Tra le opzioni c’è la possibilità di sospendere gli importanti programmi di cooperazione economica con Il Cairo. Lo scorso novembre l’Ue annunciò un pacchetto finanziario di oltre 5 milioni di euro in prestiti e aiuti, destinati a sostenere per due anni la transizione politica e lo sviluppo economico dell’Egitto. Al vaglio anche la possibilità di imporre un embargo alla vendita di armi.

 

Mubarak libero entro 48 ore

Nel frattempo le autorità giudiziarie egiziane hanno disposto la scarcerazione per l’ex presidente Hosni Mubarak. Contro l’ex leader sono cadute alcune accuse piuttosto gravi legate alla corruzione, secondo quanto ha riferito il suo legale Fareed e–Deeb che ha anche reso noto che Mubarak sarà rilasciato entro 48 ore. Restano invece in piedi alcune altre accuse sempre legate allo scandalo corruzione. Mubarak, 85 anni, sarà comunque chiamato a processo il prossimo 25 agosto per rispondere delle accuse di complicità nella morte dei manifestanti durante le rivolte del 2011.

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