Germania. La ricetta di Steinrueck. Salario minimo e più tasse per i ricchi

BERLINO – Da oggi i tedeschi sanno cosa dovranno attendersi da Peer Steinbrueck, se il candidato socialdemocratico alle elezioni del 22 settembre dovesse battere Angela Merkel, eventualità al momento improbabile secondo tutti i sondaggi.

L’aspirante alla Cancelleria ha presentato oggi il programma dei primi 100 giorni di governo, che intende realizzare se la Spd ed i Verdi otterranno la maggioranza. Il segnale che l’esponente socialdemocratico vuole inviare ai suoi connazionali, una volta arrivato alla Cancelleria, è quello di un «immediato cambiamento di politica», in modo che i cittadini «sappiano esattamente cosa devonoattendersi da un Peer Steinbrueck cancelliere».

La prima decisione che lo sfidante della Merkel si ripropone di realizzare è il salario minimo di 8,50 euro all’ora generalizzato a tutte le categorie, misura che a suo avviso servirebbe anche a «rafforzare il potere d’acquisto ed alleggerire le casse dello Stato», che dovrebbero versare meno sussidi a chi con il salario non riesce ad arrivare alla fine del mese. La seconda riforma che attuerebbe un governo rosso-verde da lui guidato sarebbe l’innalzamento dell’aliquota massima per i redditi più elevati dal 42% al 49%. In questo modo Steinbrueck riporterebbe le lancette al periodo che precedette l’avvento alla Cancelleria del suo compagno di partito Gerhard Schroeder, che dopo la vittoria su Helmut Kohl nel 1998 aveva abbassato l’aliquota fiscale massima dal 53% all’attuale 42%.

In arrivo per i tedeschi più facoltosi ci sarebbe anche la patrimoniale, misura che come l’innalzamento dell’aliquota fiscale massima è contenuta anche nel programma del partito ecologista. La terza decisione da prendere nei primi 100 giorni di governo è l’introduzione della pensione minima di 850 euro, oltre ad un freno sull’aumento degli affitti. Se l’aumento del salario minimo a 8,50 euro all’ora può far guadagnare alla Spd simpatie tra gli elettori con un reddito più modesto, anche se la Linke chiede invece un salario minimo di 10 euro, la stangata fiscale per le famiglie più benestanti rischia di alienare al partito  socialdemocratico le simpatie di quella parte del ceto medio-alto con vocazione progressista. Secondo tutti i sondaggisti, infatti, il crollo attuale dei Verdi all’11% sarebbe motivato in larga parte anche dal fatto che a fare le spese dell’aumento dell’aliquota fiscale massima sarebbe una parte non insignificante dell’elettorato ecologista, che dispone di redditi tutt’altro che trascurabili.

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