Greenpeace. L’Onu bacchetta la Russia, Mosca non ammette l’errore

ROMA –  Il Tribunale internazionale del diritto del mare ha ordinato alla Russia di rilasciare la nave di Greenpeace e di consentire ai 30 attivisti arrestati per il blitz nell’Artico di lasciare il Paese, dietro il versamento di una cauzione di 3,6 milioni di euro.

Il tribunale di Amburgo, organo indipendente dell’Onu, ha accolto la richiesta dei Paesi Bassi, la cui bandiera batteva il rompighiaccio Arctic Sunrise, che chiedeva il rilascio provvisorio della nave e del suo equipaggio, fermato il 18 settembre dopo la protesta contro una piattaforma della Gazprom. 

La Russia, tuttavia, ha già fatto sapere che non accetterà la decisione del tribunale.  Il presidente del Tribunale, il giapponese, Shunji Yanai, ha riferito che a favore della richiesta olandese si sono pronunciati 19 giudici contro due. Tutti gli attivisti stranieri di Greenpeace fermati in Russia sono stati rilasciati su cauzione questa settimana, ad accezione di uno rimasti agli arresti, ma non potranno lasciare la Russia fino alla conclusione delle indagini. Replica immediata del governo russo, il quale attraverso un comunicato del ministero degli Esteri ha dichiarato che il ‘caso Greenpeacè non rientra nella giurisdizione del Tribunale di Amburgo, organo indipendente dell’Onu. 

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