Emergenza armi: ennesima sparatoria in un liceo degli USA

DENVER –  Esattamente un anno fa l’ America e l’intero mondo era in lutto per la strage che provocò Lanza Adams, giovane affetto da gravi problemi mentali, che infiltratosi senza nessun ostacolo nella sua vecchia scuola elementare, la Sandy Hook nel Connecticut, sparò privo di scrupoli con un fucile mitragliatore colpendo bambini e insegnanti.

Il gesto del folle Lanza costò la vita a venti bambini e sei insegnanti, non lasciando incolumi gli spettatori di quella agghiacciante scena, la maggior parte giovani tra sei e i nove anni.

Sono passati i giorni, ma la scena rimane la stessa, oggi in un paesino in Colorado, nel liceo Arapahoe High School, durante l’ora di pranzo, un ragazzo ha aperto il fuoco contro una sua insegnante, ferendola a morte, e rivolgendo poi i colpi verso due suoi compagni di studio, ferendoli gravemente, mettendo fine a quei istanti di terrore autoinferendosi un colpo alla testa.

Ancora non sono conosciute le vere dinamiche dell’accaduto ne tantomeno i motivi che hanno spinto un giovane liceale a compiere un gesto così estremo, alcuni studenti che frequentano la stessa scuola parlano di forti discussioni tra l’insegnante e il ragazzo.  Non si esprimono gli Swat, i corpi speciali della polizia, che avvertiti di ciò che stava accadendo sono intervenuti facendo evacuare l’istituto, quando ormai il gesto era stato compiuto.

Il silenzio è adottato anche dai medici, che si stanno occupando dei due giovani colpiti in diversi punti del corpo. “Uno di loro è molto grave e sta combattendo tra la vita e la morte” queste le uniche parole che sono state dichiarate, ma per il momento preferiscono non sbilanciarsi.

Ma le stragi causate dall’enorme diffusione di armi, e della loro facile reperibilità negli Stati Uniti non finisce qui, come non ricordare le vittime della sparatoria dell’estate 2012, durante la prima del film “Batman”. Il killer, poi identificato, entrò nel cinema mascherato di nero, con indosso un giubbotto antiproiettile e un casco, armato di ben due pistole e un fucile, sparò sulla folla seduta, provocando dodici morti e più di cinquanta feriti tra bambini e adulti.

O ancora, di pochi mesi fa, il massacro a Washington nel cantiere della Marina Militare, dove un ex soldato, dopo essersi introdotto alla base esibendo un falso documento, ha aperto il fuoco uccidendo tredici persone, provocando anche molti feriti.

I fatti purtroppo non finiscono qua e non finiranno mai se le autorità non si decidono ad intervenire per porre fine a queste stragi annunciate.

Il presidente Barack Obama, proprio lo scorso anno, dopo il massacro accaduto al Sandy Hook, forse spinto dall’opinione pubblica che si era decisa a porre un rimedio alla larga diffusione della armi, delegò il compito al Congresso di proporre una nuova legge che abolisse le precedenti e che mettesse fine alla vendita di esse.      Ma non ci fu nulla da fare, le lobby delle armi bloccarono al Senato la legge, ancor prima che potesse prendere forma.

Diverse le iniziative di privati, soprattutto armerie, che con il loro “cash for guns” hanno raccolto migliaia di armi in cambio di contanti, ma purtroppo i buoni intenti di pochi non possono cambiare le sorti dell’intera nazione americana.

Il “diritto” di ogni cittadino di possedere un’arma sembra non voler essere abolito, sostenuto non solo da chi dalle armi ne trae profitto, ma anche da comuni cittadini che sostengono di sentirsi al sicuro con una pistola in casa; E che rispondono alle iniziative di coloro che vogliono mettere fine alle stragi con proposte shock, come la possibilità di vendere armi ai minori e ai non-vedenti. 

Proposte che lasciano sconvolti coloro che proprio per la facile accessibilità a questi “prodotti” hanno perso dei cari  e tra chi ha il buon senso di capire che il diritto alla propria libertà e alla propria sicurezza sono inalienabili, ma che questi non possono essere tutelati da “beni” che fin dalla loro nascita non hanno che prodotto morte.

 

Giuliani Pamela

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