Ucraina, occupato il Ministero dell’Agricoltura. E’ tregua tesa

KIEV – Tregua tesa a Kiev. Dopo tre ore di colloqui con il Presidente della Repubblica Viktor Yanukovich in quello che è stato il secondo incontro con le opposizioni, i principali partiti di opposizione si sono detti delusi e pronti a proseguire nelle manifestazioni.

 

I primi a parlare sono stati gli esponenti di Patrià, il partito di Yulia Timoschenko, che per bocca del suo capogruppo Arseniy Yatsenyuk del partito aveva annunciato «forti possibilità di mettere fine al bagno di sangue». L’entusiasmo era dettato soprattutto dalla decisione del Presidente del Parlamento Volodymyr Rybak di invocare una seduta straordinaria del Verkhovna Rada per discutere le abrogazioni delle discusse leggi di repressione delle manifestazioni pubbliche e delle dimissione del governo capitanato dal primo ministro Mikola Azarov.

Ipotesi, quelle delle dimissioni del suo primo ministro, smentite poi da Yanukovich, che a sua volta ha avuto rassicurazioni da parte di Azarov sulla non indizione di elezioni presidenziali anticipate. Il Governo rimane saldamente ancorate nelle mani del partito delle regioni del Presidente, che gode di un ampio consenso parlamentare. Difficile che la situazione di Azarov sfugga dalle mani di Yanukovich che nelle ultime ore aveva sì criticato il suo operato, ma in modo sterile e contenuto.

Tanto credito è stato dato alle dichiarazioni del leader dell’opposizione Vitali Klitschko, secondo cui il colloquio con Yanukovich altro non è stato che un tentativo di raggirare i suoi avversari. La sola cosa “che è stata ottenuta dall’incontro” secondo le dichiarazioni del leader del partito Udar, “è stata la promessa di liberare tutti i dimostranti” arrestati (75 da domenica secondo la polizia). “Ma noi non ci arrenderemo” è stato l’urlo di Klitschko.

Più cauto è stato l’altro leader dell’opposizione Oleh Tyahnybok, capo del partito nazionalista ha chiesto ulteriori giorni di tregua alla folla di piazza Maidan. Ma la sua richiesta non sembra aver avuto seguito. Ai leader dell’opposizione, infatti, spetta una difficile decisione: quella se promuovere ancora proteste col rischio di sobbarcarsi della responsabilità di ulteriore spargimento di sangue.

I manifestanti di “EuroMaidan” però non sembrano voler demordere. Le cronache parlano di una diffusione a macchia d’olio delle proteste. Se da un lato, infatti, Kiev sta respirando una mini tregua, nelle ultime ore nelle altre città sono esplose le proteste. I manifestanti hanno preso d’assalto, infatti, cinque consigli regionali nelle regioni occidentali e centrali del Paese (ossia quelle filo-occidentali). Tra queste Leopoli, Rivne, Ternopil, Khmelnytsky e Cherkassy (che poi è stata riconquistata dalla polizia).

Nulla sembra far presagire ad una resa nemmeno a Kiev. Mentre un’ondata di gelo si accinge a colpire l’Ucraina, con temperature che potrebbero raggiungere anche i -20 gradi, i manifestanti cercano riparo negli edifici circostanti a piazza Maidan. In quest’ottica è da leggere l’occupazione del Ministero dell’Agricoltura da parte dei manifestanti. Il Dicastero, infatti, si trova nelle vicinanze del cuore della protesta: meno di cento metri da piazza Maidan e sembra che diventerà il rifugio dei manifestanti e un centro di primo soccorso per coloro che opereranno nelle proteste. Nell’occupazione sono stati feriti alcuni agenti posti a guardia del ministero mentre tutti gli ingressi ai dipendenti, stamane, sono stati vietati.

Gli scontri in Ucraina stanno facendo il giro del mondo. In queste ore in particolare sta facendo scalpore il video messo su Youtube (video) che mostra membri del corpo speciale di polizia “Berkut” che umiliano in strada un manifestante costretto a denudarsi completamente ad una temperatura prossima ai 10 gradi sotto lo zero.

Sulla scia della violenza delle forze dell’ordine il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiamato il presidente Yanukovich chiedendo la fine di ogni violenza, invitando le autorità ad ascoltare e dare risposta alle preoccupazioni di chi protesta in maniera pacifica.

Sul fronte europeo anche il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, nelle scorse ore ha parlato al telefono con il presidente ucraino, Viktor Yanukovich. Mentre in queste il Commissario per l’allargamento Ue, Stefan Fule, sará a Kiev “per parlare con le autorità e i leader dell’opposizione”. La speranza della visita di Fule è quella di “dare tutte le possibilità al dialogo politico e partecipare” e porre fine all’escalation di violenza. La soluzione appare difficile, ma se la situazione non ci sarà si potrebbe sancire il definitivo allontanamento dell’Ucraina dal raggio di azione dell’Unione Europea. 

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