Francia, cori razzisti durante la manifestazione anti Hollande. Arresti e feriti

PARIGI – Diciannove poliziotti feriti e 250 arresti durante quella che è stata definita la “giornata della collera” (Jour de la Colère), una grande manifestazione antigovernativa che ha sfilato nel centro della capitale nella giornata di ieri. Nessuno degli agenti feriti, secondo quanto riferiscono fonti vicine alla polizia, risulterebbe grave.

I numeri relativi a questa manifestazioni sono distanti. Circa 17 mila i manifestanti secondo le stime delle fonti vicine alla Polizia. 120 mila secondo gli organizzatori. Secondo quanto si apprende il malcontento ha riunito almeno cinque fazioni di oppositori ben conosciuti al presidente Hollande: i simpatizzanti dell’Omp, i cattolici integralisti e conservatori che si oppongono ai matrimoni omosessuali. Presenti anche i simpatizzanti del comico Dieudonné M’bala M’bala, censurato per via dei messaggi antisemiti presenti nei suoi spettacoli in alcune città. Infine hanno contribuito alla manifestazione anche i tradizionalisti e gli anti-europeisti. Non però l’estrema destra del Front Nationale di Marine Le Pen e nemmeno i “Bonnet Rouge” rivoluzionari. In totale sono stati almeno 60 i gruppi più o meno grandi che si sono uniti per la manifestazione.

Lo slogan che più ha riecheggiato tra i cortei che hanno sfilato sotto la pioggia in zone simboliche di Parigi, come la Bastiglia e Les Invalides, sono stati “Hollande Dimettiti” e “Hollande dittatura”. Ma come spesso capita in queste situazioni si sono verificati anche cori xenofobi, omofobi e contro l’islamizzazione della Francia. Tra questi i più riferibili sono stati: “Siamo tutti figli di eterosessuali” ma anche “Ebrei fuori dall’Europa” e “La Sharia non la vogliamo”. Cori su cui oggi è intervenuto anche il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia (CRIF) che ha condannato quanto successo e ha richiamato le parti a tornare sugli standard più pacifici che hanno contribuito a fare grande la Francia.

François Hollande, lo ricordiamo, è in un momento molto delicato della sua vita privata che lo ha catapultato in una situazione di estrema debolezza per via della separazione con la compagna Valerie Trierweiler, comunicata ufficialmente ieri ma che era nell’aria sin dalle prime ore dalla pubblicazione della notizia da parte del settimanale “Closer” della love story del sommo esponente socialista con l’attrice Julie Gayet. Oggi Hollande è in Turchia in visita di Stato. Erano 22 anni che non tra Francia e Turchia non si registravano contatti ufficiali. L’ultimo fu François Mitterand. Laa sua ex premiere dame, con tanto di seguito di guardie del corpo presidenziali è invece in India, per iniziative benefiche. Al ritorno la Trierweiler, non tornerà all’Eliseo ma al suo vecchio appartamento, che condivideva con Hollande prima della vittoria delle Presidenziali del 2012.

Il leader del maggiore partito di opposizione Jean-François Copè (Ump) sta cavalcando tutto il malcontento popolare per mettere ulteriormente in cattiva luce l’operato del capo dell’Eliseo. La love story tra Hollande e la Gayet, di cui tutto il Vecchio Continente parla, è solo la punta di un iceberg. Le scappatelle del Presidente della Repubblica francese non rappresentano certo la vera natura del malcontento. Ad Hollande in molti rimproverano di non esser capace di far uscire dalla stagnazione economica la Francia. Di non mantenere le promesse elettorali di lotta alle lobby finanziarie, di non combattere lo strapotere tedesco nella scelta delle politiche dell’Unione Europea, di essere distante dal ceto medio-basso. Oltre alle frange più razziste, alla manifestazione erano presenti anche i giovani artigiani, disoccupati, e il popolo avverso al fisco sanguisuga che con l’elezione a Presidente della Repubblica si aspettava una svolta radicale dalla linea tracciata dal suo predecessore. Nicholas Sarkozy. Questo si il vero colpo basso per la stima del socialista Hollande.

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