Ucraina, tensione alle stelle e nuovi scontri

UCRAINA – Ulteriori conflitti tra le forze dell’ordine e i manifestanti contro il governo si sono verificati oggi a Kiev. Lo scompiglio è iniziato in seguito alla disposizione degli agenti che ha ostruito l’avvicinamento dei manifestanti al parlamento, dove era in corso la trattazione di una nuova riforma costituzionale che limiterebbe i poteri del presidente. 

Ci sono stati sicuramente cinque morti tra i civili, due dei quali sono stati identificati:  si tratta dei corpi di Serghii Didik, consigliere comunale in una città appartenente alla regione di Ivano Frankivsk (Ucraina occidentale), e di Volodimir Kishuk di Zaporizhia (Ucraina sud-orientale).
Si contano almeno 150 feriti, tra i quali ci sarebbero anche 15 giornalisti, molti dei quali lavorano per le agenzie di stampa Associated Press e Reuters, e due soldati.
Le autorità hanno emesso un ultimatum ai manifestanti e cioè di ritirarsi entro le ore 17. In caso contrario sarebbero costrette a intervenire usando maniere più forti di quelle già utilizzate e cioè manganelli, lacrimogeni, granate assordanti e proiettili di gomma.

Numerosi poliziotti nel frattempo hanno assediato Maidan, la piazza divenuta ormai simbolo della protesta a Kiev, e due ne sono rimasti privi di coscienza.
Il presidente del Parlamento Volodymyr Rybak ha annunciato ai giornalisti che Viktor Yanukovich, il presidente ucraino, incontrerà domani i leader dell’opposizione.
La Russia colpevolizza l’Occidente e lo ritiene decisamente responsabile dei tumulti creati, sostenendo che i  politici europei non hanno fatto altro che incentivare le “forze radicali”, invece di sanzionare le loro azioni. “Le violenze sono la conseguenza del fatto che l’Occidente ha chiuso gli occhi sulle azioni degli estremisti”, ha dichiarato il ministro degli esteri russo.

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