Ucraina. Tensioni in Crimea. Forze russe occupano frontiera

KIEV – Forze russe hanno preso il controllo di un altro posto di frontiera con l’Ucraina, nella Crimea occidentale, bloccando nell’edificio circa 30 militari. Secondo quanto riferito da un portavoce delle guardie di frontiera ucraine, Oleh Slobodyan, la postazione di Chernomorskoye è stata presa dai russi senza spargimento di sangue.

Il portavoce ha spiegato che le forze russe ora controllano 11 posti di frontiera in Crimea. I soldati ucraini finora non hanno opposto resistenza armata e l’occupazione di postazioni militari da parte di milizie filo-russe non ha provocato vittime. 

 

Referendum legittimo o illegittimo?

Intanto sul piano diplomatico l’intesa è ancora molto lontana. Oggi il maggiore oligarca crimeano, Dmitry Firtash, anche presidente del Consiglio della Federazione dei datori di lavoro di Ucraina, ha condannato l’annessione della Crimea alla Russia e invitato il mondo del business locale a boicottare il referendum fissato per il 16 marzo. «Gli appelli al separatismo, le azioni dei singoli enti

locali di Crimea, dei rappresentanti della Flotta russa del Mar Nero, le provocazioni da parte di sconosciuti armati sono inaccettabili e peggiorano la situazione già estremamente difficile nella regione», si legge in un comunicato della Federazione a firma del magnate e riportato dal sito Censor.net. Firtash – figura vicina all’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich – ha invitato il mondo del business russo a non permettere la guerra: «In questo confronto non ci possono essere vincitori, perderanno tutti». La Federazione dei datori di lavoro di Ucraina ha quindi fatto appello agli imprenditori di Crimea perchè non partecipino al referendum che dovrà decidere sull’annessione della penisola alla Russia. 

Sempre oggi in una conversazione telefonica, il presidente russo, Vladimir Putin, ha difeso con il cancelliere tedesco Angela Merkel, e il premier britannico, David Cameron, la legittimità delle misure adottate dale autorità della autonomia ucraina ribelle di Crimea, che sta cercando di aderire alla Russia. «Putin ha sottolineato che i passi intrapesi dalle legittime autorità della Crimea, si basano sul diritto internazionale», ha fatto sapere il Cremlino, in riferimento alle misure come il referendum che si terrà il 16 marzo per l’annessione della Crimea alla Russia.  

Sulla delicata vicenda è intervenuta ancora l’Inghilterra. La Russia sta commentendo «seri errori di calcolo» e potrebbe andare incontro a «conseguenze economiche» se non si risolverà per via diplomatica la crisi in Ucraina. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri britannico William Hague che, parlando del referendum sull’annessione della Crimea alla Russia, ha avvertito: «Il mondo non potrà considerare quel voto libero e leale». «Penso che i russi prestino attenzione alla reazione internazionale a ciò che hanno fatto, la reazione è forte», ha assicurato Hague. 

Nel frattempo il premier ucraino, Arseny Yatseniuk, ha fatto sapere che partirà alla volta degli  Stati Uniti per discutere della situazione in Crimea. Lo ha annunciato nel corso di un vertice di governo a Kiev, senza fornire ulteriori dettagli sulla visita e sugli incontri in programma. «Andrò negli Stati Uniti per incontri al massimo livello per risolvere la situazione che si sta sviluppando sul fronte delle nostre relazioni bilaterali e multilaterali», ha sottolineato il premier di Kiev. 

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