Aereo Malaysia scomparso. Interpol, attentato improbabile

Secondo il numero uno della Cia, John Brennan, non è invece da escludere l’atto terroristico

A quanto pare, a detta dell’Interpol, non sembra reggere l’ipotesi di attentato terroristico per la scomparsa dell’aereo delle Malaysia Airlines.

“Più raccogliamo informazioni, e più siamo inclini a concludere che non si sia trattato di un’azione terroristica”, ha infatti dichiarato  il segretario generale dell’Interpol, Ronald Noble. Noble ha aggiunto che i due iraniani con passaporti rubati entrarono in possesso dei due documenti a Kuala Lumpur e hanno poi utilizzato i passaporti rubati dell’italiano, Luigi Maraldi, e dell’austriaco, Christian Kozel, per salire sull’aereo di cui adesso si sono perse le tracce.

Dunque a quattro giorni dalla scomparsa dell’aereo, gli inquirenti hanno formulato quattro ipotesi:  sequestro, sabotaggio, problemi psicologici di uno o più passeggeri e problemi personali di uno o più passeggeri o membri dell’equipaggio sono al momento le piste più battute. I passaporti sospetti inoltre sarebbero cinque:  oltre ai due passaporti rubati in Thailandia all’italiano Luigi Maraldi e all’austriaco Christian Kozel, ce ne sarebbero altri tre.  L’Interpol ha contribuito a svelare anche le identità dei due passeggeri che erano saliti a bordo con i passaporti rubati. Si tratta di due cittadini iraniani. Uno di loro ha 19 anni e stava cercando asilo politico in Europa. Il nome dell’uomo è Pouria Nur Mohammad Mahrdad, la cui madre lo stava aspettando all’aeroporto di Francoforte ed era a conoscenza del fatto che il figlio stava viaggiando con un passaporto rubato. Assieme a un altro uomo di 30 anni, di nome Delavar Seyed Mohammad Madreza era arrivato a Kuala Lumpur da Doha alcuni giorni prima, secondo i riscontri dell’Interpol presentati oggi, in conferenza stampa a Parigi. Quest’ultimo, dalle immagini delle telecamere, avrebbe un profilo in qualche modo assimilabile nel look a quello dell’italiano Luigi Maraldi – oggi a Phuket – che aveva denunciato il furto del suo passaporto in Thailandia lo scorso anno.

Intanto l’esercito malese sembra aver rilevato una traccia dell’aereo disperso nei pressi dello stretto della Malacca, molto lontano dall’ultimo segnale radar rilevato dalle autorità dell’aviazione civile vietnamita nella notte tra venerdì e sabato scorsi. In base all’ultimo contatto radar rilevato, l’aereo avrebbe dovuto trovarsi al largo delle coste meridionali vietnamite. Anche la Cina ha contribuito alle ricerche. Inoltre da  giorni, Pechino ripete alle autorità della Malaysia di accelerare le operazioni di soccorso e non lasciare alcuna ipotesi intentata.

La scomparsa del volo MH370 ha riaperto gli interrogativi sulla sicurezza negli aeroporti e sui voli aerei a livello mondiale. Secondo l’Interpol quattro su dieci passeggeri che viaggiano in aereo potrebbero essere in possesso di un passaporto rubato. E i furti dei passaporti dei due europei, avvenuti in Thailandia, ha sollevato polemiche nelle ultime ore sul ruolo del Paese del sud-est asiatico come meta per ottenere documenti falsi che possono essere riutilizzati anche dalle organizzazioni criminali.  

Secondo la Cia invece la pista terroristica non è da scartare. “Non si può escludere la possibilità di un atto terroristico”. Così  il direttore della Cia, John Brennan. Il numero uno dell’agenzia di intelligence americana – intervenendo a un evento organizzato dal Council on Foreign Relations a New York – ha anche detto che “alcune affermazioni di responsabilità” sono state fatte ma che queste “non possono essere confermate”.  Brennan ha poi aggiunto che ci sono aree del Sud-est asiatico in cui “al Qaeda starebbe cercando di essere presente”.  

Per ora dunque  l’incidente resta un mistero anche se tutte le autorità Cia e Fbi compresa, stanno cercando di capire cosa sia andato storto in quel volo.

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