Crimea. Ultima chance per l’Ucraina. Tensione tra Usa e Russia

ROMA –  E’ ancora massima tensione tra la Russia e Stati Uniti. Oggi per la quarta volta in una settimana John Kerry e Sergei Lavrov si ritrovano a discutere della situazione ucraina e della crisi in Crimea. L’incontro di oggi tra il Segretario di stato americano e il ministro degli Esteri russo si svolgerà a Londra ed è considerato come l’ultima chance per trovare una soluzione alla crisi.

 Ieri sera, nel corso di una telefonata tra i due, Kerry «ha chiaramente detto» a Lavrov «che vi saranno delle conseguenze se la Russia continuerà a far salire la tensione», secondo quanto rivelato da un responsabile del dipartimento di stato.  Intanto sul terreno, Mosca continua ad organizzare spostamenti militari nella regione di Rostov sul Don, vicino alla frontiera ucraina. Circa 4mila paracadutisti russi, 36 aerei militari e 500 veicoli partecipano alle manovre.  Ieri sera, inoltre  a Donetsk, città russofona nell’estremo oriente ucraino, un manifestante filo-Kiev è stato picchiato e accoltellato a morte da un gruppo di militanti filo-russi. 

 

Gorbaciov, la crisi ucraina figlia del dissennato smantellamento dell’Unione Sovietica

 

La crisi in Ucraina è figlia del «dissennato» smantellamento dell’Unione sovietica, ma ora bisognare fare di tutto per «porre fine a questa pericolosa escalation» ed evitare che si arrivi ad una «nuova guerra fredda». Questa la posizione di Mikhail Gorbaciov sulle crescenti tensioni tra Ucraina e Russia, a due giorni dal referendum sull’indipendenza della Crimea e dopo molti, per ora inutili tentativi di trovare un accordo a livello internazionale sulla crisi. L’ex leader sovietico risponde con una lettera aperta a un appello del noto direttore di Nezavisimaja Gazeta, Vitaly Tretjakov, che lo ha esortato pubblicamente a intervenire sull’Ucraina, a farsi mediatore presso i leader internazionali, per far capire le ragioni della Russia nel braccio di ferro sulla Crimea.

Gorbaciov mette in chiaro che non scenderà in campo per un’azione diplomatica diretta e si rammarica che i suoi appelli a Barack Obama e Vladimir Putin non siano stati ascoltati. Ma soprattutto l’ex presidente sovietico ricorda con amarezza gli ultimi mesi dell’Unione sovietica, quando lui pensava di poter mantenere l’unità dello Stato con un nuovo patto tra repubbliche federate. E invece con il golpe del 1991 e la definitiva ascesa di Boris Eltsin come leader russo tutto precipitò verso l’implosione dell’Unione sovietica. «Il Soviet supremo della Russia approvò la fine dell’Urss con applausi, senza dire una parola su Crimea e Sebastopoli», ricorda Gorbaciov. 

Ora, mentre la crisi rischia di precipitare in una drammatica contrapposizione tra Russia e Occidente, l’ex presidente sovietico spera che la diplomazia trovi una via per scongiurare il peggio. «Il ruolo di questuante», conclude, polemico nei confronti del giornalista che lo esorta ad agire, «non mi si addice».

Gli intellettuali contro Putin

Da quando il Cremlino ha dichiarato di essere pronto all’invio di truppe in Ucraina per «difendere i connazionali», gli intellettuali russi scrittori, attori, politologi e registi hanno firmato una lettera aperta con cui esprimono la loro disapprovazione verso la politica del presidente Vladimir Putin e propongono la convocazione di un «Congresso dell’intellighenzia» da tenere al più presto, con la partecipazione anche di intellettuali ucraini. Tra i firmatari: gli scrittori Dmitri Bykov, Liudmila Uliytskaya, Boris Akunin e Viktor Erofeev; l’attore Mikhail Efremov; il regista Vladimir Mirzoev e il musicista Andrei Makarevich.

«Il nostro paese è stato gettato in una pericolosa avventura – si legge nella lettera pubblicata dal sito del giornale Novaya Gazeta – sotto lo slogan ‘difendiamo i russi di Crimea e tutti gli ucraini dal nuovo potere fascista illegittimo di Kiev’ è già avvenuta di fatto l’annessione della Crimea». E ancora: «Noi intellettuali, che non siamo d’accordo con la politica perseguita dalle autorità in questo momento, dobbiamo farci sentire in modo più chiaro e forte», è l’invito lanciato dal documento. Per questo viene proposto di tenere un «Congresso contro la guerra», in cui non solo si discuta degli eventi in corso, ma «si cerchi la via d’uscita da una situazione, che priva il nostro Paese delle prospettive di una vita dignitosa nel futuro prossimo».  L’iniziativa arriva dopo che oltre 300 figure del mondo della cultura «ufficiale» russa hanno già firmato una lettera aperta in sostegno della posizione di Putin sulla Crimea.

Mosca mobilita le forze militari

Nel frattempo  i caccia e gli elicotteri russi hanno iniziato una serie di voli di addestramento sul  Mediterraneo orientale: lo ha reso noto un portavoce della Marina russa. Il portavoce Vadim Serga ha spiegato all’agenzia Intefax, che nelle esercitazioni è coinvolta la portaerei della Flotta settentrionale, Ammiraglio Kuznetsov, e che le manovre prevedono tecniche e tattiche di battaglie aeree. Il portavoce non ha fatto alcun cenno alla corrente crisi con l’Ucraina, scatenata dall’occupazione russa della penisola della Crimea.  Nel frattempo la Marina americana ha mandato un cacciatorpediniere lanciamissili, lo Uss Truxton, nel Mar Nero, ma anche gli americani hanno dichiarato che si tratta di un dislocamento che era stato programmato prima che scoppiasse la crisi.

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