L’Onu non riconosce il referendum in Crimea, Mosca va su tutte le furie

MOSCA – La Russia denuncia come «iniziativa controproduttiva» la risoluzione adottata ieri dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che denuncia il referendum in Crimea e l’annessione della penisola ucraina alla Russia.

Questa iniziativa «complica soltanto la soluzione della crisi politica in Ucraina», ha detto il ministero degli Esteri russo in un comunicato. La risoluzione non vincolante, proposta dall’Ucraina e spinta dall’Occidente, ha ricevuto 100 voti a favore, 11 contrari e 58 astensioni sui membri dell’Assemblea Generale che sono 193. Formulata in termini molto moderati, senza criticare esplicitamente Mosca. Ma per la diplomazia russa è «un’interpretazione distorta degli eventi in Ucraina» e frutto di «pressione sfacciata, di un ricatto politico ed economico esercitato (dall’Occidente , ndr) su un certo numero di Stati membri». 

La risoluzione afferma che «il referendum del 16 marzo, non avendo validità (giuridica), non può giustificare alcun cambiamento nello status» della Crimea . Invita tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali a non «riconoscere alcuna modifica dello status». E «afferma l’impegno» dell’Assemblea «per la sovranità, l’indipendenza politica, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti».

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