Thailandia. L’esercito proclama la legge marziale. Media censurati

 

BANGKOPK – Con una mossa a sorpresa, l’esercito thailandese ha imposto la legge marziale per garantire «la pace e l’ordine» pubblico dopo i sei mesi di proteste che hanno accompagnato la crisi politica e in cui morte 28 persone dalla fine dell’anno scorso.

Nell’annuncio dato in mattinata, il capo dell’esercito, Prayuth Chan-Ocha, ha assicurato che non si tratta di un colpo di stato e che l’obiettivo è evitare violenza tra i gruppi di manifestanti. Ma intanto truppe armate sono state dispiegate nelle strade di Bangkok, L’esercito ha anche chiesto a tutte le radio e televisioni del Paese di modificare i programmi abituali per collegarsi ai mezzi di comunicazione militari «quando sarà richiesto».

Gli Usa preoccupati

La legge marziale decretata  dall’esercito in Thailandia deve essere «temporanea» e non deve minare la democrazia nel paese: è questo l’avvertimento lanciato oggi dagli Stati Uniti. «Tutte le parti coinvolte devono rispettare i principi democratici, compresa la libertà di espressione», ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato, Jen Psaki, che ha espresso la preoccupazione di Washington riguardo alla crisi politica in Thailandia.  «Ci aspettiamo dall’esercito che rispetti il suo impegno a dare a questa misura un carattere temporaneo per impedire violenze e non minare le istituzioni democratiche», si legge nella nota. «Gli Stati uniti credono fermamente che tutte le parti debbano lavorare insieme per risolvere le differenze attraverso il dialogo. Questo sviluppo necessita di elezioni per affermare la volontà del popolo tailandese», ha spiegato ancora il dipartimento di Stato Usa.

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