Gaza. Gli appelli non bastano. La guerra continua. 620 vittime

Emergenza acqua potabile

GAZA – Rimangono inascoltati i moniti lanciati dall’ONU e dalla comunità internazionale. “Smettetela di combattere, iniziate a parlare”, ha tuonato quat’oggi il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il quale da giorni in missione nella regione tenta di arrivare a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ma per ora nulla. Nel 15esimo giorno di ostilità il bilancio delle vittime è di 620 palestinesi e 29 israeliani, di cui 27 soldati, rimasti uccisi.

 

Dopo le tappe in Qatar, Kuwait ed Egitto, il segretario generale dell’Onu è giunto in Israele per portare di persona il suo messaggio, «lo stesso per israeliani e palestinesi: smettetela di combattere, iniziate a dialogare e affrontate le cause del conflitto, perchè altrimenti ci troveremo nella stessa situazione tra sei mesi o un anno».  Ribadendo la condanna Onu al lancio di razzi contro Israele da parte di Hamas, che «deve finire immediatamente», Ban ha invitato il governo israeliano a «esercitare il massimo della moderazione» nella sua offensiva a Gaza, ribadendo quindi che «non c’è altra soluzione fattibile che quella dei due Stati». Perchè «nessuna barriera può separare israeliani e palestinesi da una verità fondamentale: voi condividete un futuro comune».

 Al suo fianco, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ricordato che è stato il movimento palestinese a respingere l’iniziativa di cessate il fuoco arrivata dal Cairo, accolta invece da Israele, e che «quello a cui stiamo assistendo qui con Hamas non è altro che un’espressione dell’estremismo islamico che non porta avanti questioni risolvibili».

«Hamas è come al Qaida, come l’Isil, come Hezbollah, come Boko Haram – ha detto Netanyahu a Ban – Hamas costruisce tunnel sotto gli ospedali, le moschee e le scuole». Hamas «vuole più vittime civili, mentre noi non vogliamo vittime civili». «Quali questioni possiamo risolvere con Hamas? Quello che loro lamentano è la nostra esistenza». Anche il segretario di Stato Usa John Kerry, impegnato in colloqui al Cairo, ha lanciato un nuovo appello ad Hamas perchè accetti l’iniziativa di cessate il fuoco egiziana, pur sottolineando, come fatto da Ban, la necessità di «affrontare le tematiche incredibilmente complesse alla base della crisi». «Hamas deve fare una scelta, che avrà un impatto decisivo sulla gente di Gaza», ha rimarcato il segretario Usa. 

Appelli che però continuano a cadere nel vuoto: i razzi non hanno mai smesso di prendere di mira Israele che, da parte sua, ha escluso oggi anche una tregua umanitaria, almeno fino alla conclusione dell’operazione di terra volta a eliminare gli arsenali di armi e i tunnel costruiti da Hamas. Da giorni, il movimento palestinese ripete che non accetterà alcuna proposta di tregua fino a quando non saranno accolte le sue richieste, tra cui la revoca del blocco israeliano a Gaza e il rilascio dei palestinesi arrestati il mese scorso durante le operazioni di polizia per il sequestro e la morte di tre ragazzi israeliani.

Oltre 1 milione senza acqua potabile Nel frattempo la situazione è sempre più difficile. 1,2 milioni di civili hanno problemi di accesso all`acqua potabile. Complessivamente si stimano siano 1,8 milione gli abitanti dell’enclave palestinese.  «La situazione si fa sempre più difficile per la popolazione – ha detto il responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone – secondo gli ultimi aggiornamenti sono 1,2 milioni i civili che dentro Gaza hanno difficoltà di accesso all`acqua potabile, avendo subito gravi interruzioni nel rifornimento. Si fa sempre più grave anche la carenza di forniture mediche negli ospedali a causa del crescente numero di vittime seguito all`invasione di terra israeliana».(segue)

«Tredici centri del ministero della Salute (su 54 totali) sono ancora chiusi per via della loro posizione in prossimità di aree bersaglio di attacchi, mentre 18 strutture sanitarie sono rimaste danneggiate (3 ospedali, 12 cliniche e 3 infermerie) – ha aggiunto – ogni giorno dall`inizio delle ostilità ribadiamo l`urgenza di un cessate il fuoco, e invece ogni giorno aumentano i morti! Da sabato a oggi si sono registrati quasi la metà di tutti i morti dall`inizio del

conflitto. Quanto dovremo ancora aspettare affinché la comunità internazionale si mobiliti per fermare questa immane tragedia umanitaria?». 

L’ong ha riferito oggi anche di almeno 3.600 pescatori che hanno perso i loro mezzi di sostentamento, mentre almeno 2.500 agricoltori necessitano di urgenti aiuti alimentari. In questo quadro si sta inoltre riducendo la disponibilità di elettricità per i civili ad un massimo 2-3 ore al giorno.

 

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