Gaza. Notte di raid, i morti salgono a 1.113. Colpita l’unica centrale elettrica

Mogherini, imperativo è tregua umanitaria

GAZA – È stata una notte di raid e intensi bombardamenti quella appena trascorsa nella Striscia di Gaza. Almeno 26 palestinesi sono stati uccisi alle prime ore di oggi nelle incursioni aeree israeliane e tra loro anche nove donne e quattro bambini. Il bilancio complessivo degli attacchi di Israele contro il territorio palestinese sale così ad almeno 1.113 vittime, secondo il portavoce del servizio di soccorso locale.

I bombardamenti si erano intensificati già ieri sera, quando l’aviazione israeliana ha ripetutamente colpito Gaza: obiettivi dei raid, tra gli altri, i locali della televisione e della radio di Hamas nella Striscia. Colpita anche la casa del leader del movimento radicale palestinese, Ismail Haniyeh.  Da parte sua, Israele ha perso in tutto almeno 48 soldati, mentre tre civili sono stati uccisi dal lancio di razzi e proiettili di mortaio dall’inizio del conflitto armato.

Insomma, come ha detto la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, l’offensiva militare israeliana si può definire come un vero e proprio massacro.  L’aviazione israeliana ha bombardato oggi anche l’unica centrale elettrica di Gaza, che ha smesso di funzionare. «L’unica centrale elettrica di Gaza ha smesso di funzionare dopo un bombardamento israeliano questa notte che ha danneggiato il generatore prima di coinvolgere le riserve di carburante, che hanno preso fuoco», ha spiegato Fathi al Sheikh Khalil.

Nel frattempo la diplomazia continua inascoltata gli appelli di pace. «L’imperativo di queste ore è fermare il conflitto. Fermare l’operazione militare di Israele. Fermare il lancio di razzi di Hamas e Jihad islamica».dice il ministro degli Esteri Federica Mogherini riferendo in Aula sulla crisi in corso della Striscia di Gaza. «Sappiamo bene che una tregua non è, non sarà risolutiva» ha poi aggiunto il ministro degli Esteri sottolineando la necessità di raggiungere «una soluzione duratura della questione israelo- palestinese» e sciogliere «i veri nodi» alla base del conflitto. «Non parlo di »rilancio del processo di pace« ha detto Mogherini »sono anni, decenni che le diplomazie mondiali e regionali si esercitano in colloqui di pace«, decenni di »esercizi diplomatici frustrati« che hanno allontanato »giorno dopo giorno e la volontà politica e la forza delle rispettive leadership, quando tentano la strada della pace«. »Serve uno scatto di volontà – ha aggiunto -. Interna, nel campo israeliano e palestinese« ed »esterna, della comunità internazionale« che »imponga alle parti di mettere fine al loro infinito conflitto e cominciare a vivere«. In serata, alle 19 ora locale (le 18 in Italia), a Tel Aviv si riunisce il gabinetto di sicurezza israeliano per discutere dell’offensiva militare a Gaza. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz. 

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