Tre missionarie violentate e uccise, una decapitata. Il cordoglio del Papa

ROMA – La Farnesina ha confermato la notizia dell’uccisione di tre religiose nel Burundi. Le tre suore sono state  violentate prima di essere uccise, mentre la terza missionaria è stata aggredita dopo che aveva scoperto i cadaveri martoriati delle consorelle, e per questo è stata decapitata.  Si tratta di suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici, e suor Bernardetta Boggian.

La notizia dell’omicidio avvenuto nel convento di Kamenge,  era stata pubblicata dalla Diocesi di Parma sul proprio web. La Diocesi scrive che le due religiose sarebbero morte in “circostanze ancora oscure: sembra che il loro omicidio sia il tragico esito di una rapina da parte di una persona squilibrata”. Il Vescovo Enrico Solmi, “a nome di tutta la Chiesa di Parma – si legge sull’Ultima Ora del sito ufficiale della diocesi – ha espresso la vicinanza e il cordoglio alla Congregazione delle Missionarie Saveriane e ai familiari delle due sorelle affidandole, nella preghiera, al Signore della Vita”. Invitando “i cristiani di Parma alla preghiera”, Solmi ha rivolto agli uomini e alle donne di buona volontà un appello al raccoglimento e all’omaggio verso persone umili, forti, che erano votate al bene di tutti”. La Diocesi non ha aggiunto altro.

Al momento quindi non sono ancora chiare le circostanze dell’omicido.  Secondo la polizia, entrambe sono state uccise con un arma da taglio, ma poi una di loro è stata anche colpita con una pietra. Il sindaco di Kamenge, Damien Baseka ha riferito che “le anziane religiose italiane che vivevano nel convento della parrocchia cattolica Guido Maria Conforti di Kamenge sono state uccise selvaggiamente”. “Il sospetto è un giovane che poi è stato visto fuggire dal luogo verso le 17 (di ieri)”, ha precisato Baseka. 

Un responsabile della polizia ha spiegato che “l’assassino ha sgozzato le due religiose prima di accanirsi su una di loro a colpi di pietra sul viso”. Secondo la polizia locale, le missionarie non sono state uccise nel corso di un tentativo di furto, come sostenuto dalla diocesi di Parma, poiché “secondo le prime ricostruzioni l’assassino non ha portato via nulla, neppure il denaro che era sul posto (…). Siamo sulle tracce dell’uomo che è stato identificato”. Il governo di Bujumbura ha assicurato infatti di aver avviato la caccia al killer.

Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, nel porgere le condoglianze alle famiglie delle vittime, ha commentato in una nota: “l’uccisione di suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti nel loro convento di Kamenge è un grande dolore. A nome mio e del governo vorrei porgere le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e a tutto l’ordine delle missionarie di Maria Saveriane”. “Ancora una volta assistiamo al sacrificio di chi, con dedizione totale, ha passato la propria vita ad alleviare le troppe sofferenze che ancora esistono nel continente africano”. Attendiamo ora che le autorità del Burundi chiariscano quanto accaduto e ci adopereremo per riportare in Italia quanto prima le salme delle due religiose”, ha concluso il ministro.

La Farnesina ha anche confermato  l’uccisione di una terza suora missionaria in un convento di Kamenge.  La notizia è emersa solo successivamente a quella che indicava l’uccisione delle altre due religiose, Lucia Pulici e Olga Raschietti.

Cordoglio del Papa 

Il sangue versato dalle tre suore saveriane in Burundi «diventi seme di speranza per costruire autentica fraternità tra i popoli». Lo auspica Papa Francesco nei messaggi di cordoglio per la morte delle religiose inviati a firma del segretario di Stato Pietro Parolin.

 Francesco non si esprime sugli ampi margini di dubbio su moventi e esecutori che emergono dalle prime ricostruzioni dei fatti, ma si focalizza sul sacrificio delle tre suore missionarie saveriane italiane uccise (le prime due ieri pomeriggio, la terza questa notte) nel loro convento presso la missione di Kamenge, zona Nord della capitale Bujumbura: suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici, e suor Bernardetta Boggian. E in due telegrammi, uno al nunzio a Bujumbura, Evariste Ngoyagoye, e l’altro alla superiora generale delle Missionarie Saveriane, suor Ines Frizza, si dice «colpito dalla tragica morte» delle religiose, assicura dunque le sue preghiere per queste «generose testimoni del Vangelo» ed esprime la sua vicinanza e partecipazione alla Congregazione delle tre suore e a tutta la comunità di fedeli del Burundi.

 

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