E’ guerra aperta contro l’Isis. Rohani, sono distruttori dell’umanità

ROMA – Mentre i raid degli Stati Uniti e della coalizione occidentale e araba continuano contro l’Isis, il premier iracheno Al Abadi lancia l’allarme terrorismo. Infatti, stando a quanto scoperto dal governo di Baghdad un attacco alle metropolitane di Parigi e New York sarebbe stato pianificato da Isis per vendicare le incursioni aeree.  

I dettagli sarebbero stati già inviati alla Casa Bianca, tant’è che già da ieri i governatori dello Stato di New York e del New Jersey, rispettivamente Andrew Cuomo e Chris Christie avevano dato ordini affinchè venga aumentato il livello di sicurezza su ponti, tunnel, aeroporti e stazioni ferroviarie e della metropolitana, anche se l’amministrazione Obama non ha sentore di imminenti attacchi alla metropolitana di New York. Anche in Francia sono scattate maggiori misure di sicurezza. Il governo francese ha infatti  deciso di rafforzare i controlli su tutta la Francia, sia nei luoghi pubblici che nei mezzi di trasporto. Anche l’Olanda ha innalzato il livello di guardia dopo l’appello jihadista a compiere attentati nel Paese come ritorsione per i raid contro lo Stato islamico (Isis): ai soldati olandesi è stato detto di non indossare l’uniforme sui mezzi pubblici per evitare di diventare un bersaglio. «La scorsa notte abbiamo sollecitato il personale militare a non indossare la divisa sui mezzi pubblici», ha riferito una portavoce del ministero della Difesa, spiegando che «ci sono state diverse dichiarazioni in questa settimana che stiamo monitorando». La misura, ha sottolineato il capo del anti terrorismo, Dick Schoof, è stata presa «in via precauzionale» Martedì un combattente olandese ha lanciato un appello da Aleppo, in Siria, dove sostiene di combattere con il Fronte al-Nusra, a compiere «un’azione forte» nei Paesi bassi come risposta al «sostegno» dato dall’Aja «agli Stati Uniti»

Oggi  il primo ministro britannico David Cameron aveva affermato che alla crisi medio orientale potrebbe  potrebbe contribuire a una soluzione positiva l’Iran. E subito il  presidente Hassan Rohani ha chiesto all’Occidente di chiudere al più presto l’accordo con il nucleare, il che potrà aprire la strada ad una maggiore cooperazione contro l’Isis. Nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu, Rohani ha affermato che «un accordo finale sul programma nucleare pacifico iraniano può essere l’inizio di una collaborazione multilaterale per promuovere la sicurezza, la pace e lo sviluppo nella nostra regione», perchè, ha spiegato, mettere fine alla disputa sul programma nucleare di Teheran svilupperebbe una «atmosfera totalmente diversa». 

Insomma qualcosa si è mosso, tant’è che in serata il segretario di Stato Usa John Kerry incontrerà il collega iraniano Mohammad Javad Zarif insieme all’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue Catherine Ashton.

Nel frattempo la minaccia jihadista conitnua a preoccupare. Oggi  i terroristi dell’Isis hanno fatto saltare in aria un santuario musulmano e hanno minato una chiesa antichissima nella città di Tikrit. 

Un agente di polizia del settore di Tikrit, che si trova 160 chilometri a nord di Baghdad, ha detto che la moschea Al-Arbaïn, nota per essere il luogo di sepoltura di 40 personalità dell’Islam, fra cui i compagni del profeta Maometto, è stata fatta esplodere ieri. 

Lo Stato islamico, che ha proclamato la nascita di un califfato nei territori conquistati in Iraq e in Siria, vuole imporre un ritorno alle origini dell’islam e ha già distrutto di versi luoghi di culto musulmani, poiché condanna la venerazione dei luoghi di sepoltura.

«Il sito sacro è stato distrutto», ha confermato Yahya al-Attawi, imam della principale moschea di Tikrit, che ora si trova all’esterno della città conquistata dai jihadisti l’11 giugno.

Sempre a Tikrit, città natale di Saddam Hussein, il presidente iracheno deposto e giustiziato, gli uomini dello Stato Islamico hanno piazzato degli esplosivi alla base della Chiese Verde, una costruzione cristiana scavata nella roccia, le cui prime pietre furono poste nel VII secolo. Secondo altre fonti la chiesa è gia stata fatta saltare in aria.  Gli abitanti della zona hanno riferito che i jihaidsti hanno minato diversi edifici pubblici e privati nei quartieri sotto il loro controllo.

I raid e le vittime

Dieci dei 16 aerei che hanno compiuto gli ultimi attacchi aerei contro i terroristi in Siria erano di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Lo ha dichiarato il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, riferendosi ai raid condotti nella serata di mercoledì contro posizioni dello Stato islamico. Parlando di un ruolo importante dei due Paesi arabi nelle missioni, Kirby ha precisato che i Paesi arabi hanno attaccato con l’80% degli esplosivi lanciati dagli aerei. Gli Usa hanno lanciato 18 bombe sul totale di 23, ha detto, ma le altre due nazioni hanno utilizzato le munizioni più potenti. Oltre 130 jihadisti – per la maggior parte stranieri – sarebbero stati uccisi nelle incursioni aeree. 

Secondo le ong sono rimasti sul terreno 84 miliziani dell’Isis e 57 del Fronte al-Nusra, di cui solo 12 (la maggior parte appartenenti all’Isis) di nazionalità siriana; le vittime civili sono almeno 13.

Una donna con il velo alla guida di un caccia

Inoltre oggi è stata data la notizia che c’è anche una donna pilota con il velo, Mariam al-Mansouri,  che partecipa ai primi raid aerei condotti da Washington e dai suoi alleati. Il comandante Mariam al-Mansouri, 35 anni, «non ha solamente pilotato un aereo da combattimento, ha anche comandato una squadriglia di aerei militari degli Emirati che hanno partecipato ai raid martedì.

Mariam sotto il casco da pilota indossa il velo islamico, ed è stata minacciata via Twitter dai jihadisti, i quali hanno chiesto di tenere a mente il suo volto »criminale« fino a quando non sarà punita.

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