Turchia. Il quartier generale delle forze curde in mano all’Isis. IL VIDEO

L’Onu, la Turchia collabori per evitare il massacro a Kobane. Continuano le manifestazioni di protesta. Il bilancio sale a 30 vittime

KOBANE – I jihadisti dell’Isis sono riusciti a impadronirsi del quartier generale delle forze curde dell’Ypg a Kobane, secondo quanto riferisce l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), citato dall’agenzia Afp. L’ong precisa che i miliziani dello Stato islamico hanno preso il controllo del comando delle forze curde. Le milizie curde avevano opposto una “feroce resistenza”.
    

Intanto le Nazioni Unite chiedono la collaborazione della Turchia per evitare un ulteriore massacro a Kobane. Rivogendosi alle autorità di Ankara, a Ginevra l’inviato dell’ONU in Siria Staffan de Mistura ha detto di temere la ripetizione di uno scenario simile a quello di Srebrenica del 1995, rivogendosi alle autorità di Ankara: “Facciamo appello alle autorità turche – ha detto – affinché permettano almeno il passaggio di volontari e del loro equipaggiamento per potere entrare nella città e contribuire a un’operazione di auto-difesa”.

In seguito all’offensiva dei fondamentalisti islamici, gran parte della popolazione di Kobane è fuggita dalla città – a maggioranza curda -, dove però restano tra le cinque e le settecento persone, principalmente anziane. Pur avendo schierato carrarmati sul confine, la Turchia ha finora rifiutato di intervenire in assenza di un accordo con gli Stati Uniti e altri alleati riguardante il conflitto in Siria. “La Turchia – ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – non fa scelte di politica interna ed estera basandosi su atti violenti di terroristi e vagabondi”. Gli eventi di Kobane hanno scatenato una violenta reazione in Turchia, dove i curdi accusano il governo di Erdogan di non fare nulla per evitare il massacro. A sua volta il governo turco accusa i vertici curdi di mettere a repentaglio l’ordine pubblico e di minare il processo di pace in corso.

Nel frattempo è salito a 30 morti il bilancio delle vittime delle violente proteste cominciate mercoledì in varie città turche, soprattutto nella provincia sud-orientale di Gaziantep, in solidarietà alla popolazione curda assediata nella città siriana di Kobane dall’Isis. Le proteste, secondo l’agenzia di stampa turca Anadolu, sono sostenute e organizzate dal Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) considerato da Turchia, Usa e Ue un’organizzazione terroristica.
   

 

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