Nepal. Popolazione allo stremo, lentezza degli aiuti. VIDEO

Il premier nepalese Koirala è sceso tra le gente oggi per verificare in prima persona la tremenda situazione di Kathmandu. Secondo l’Oms, la mancanza di acqua e cibo e le condizioni sanitarie al collasso alimentano il rischio di epidemie. Koirala ha fatto visita ai feriti ricoverati, poi è stato duramente contestato.

La gente, stremata, protesta per la lentezza degli aiuti: circa 200 persone hanno bloccato il traffico accusando il governo di non fare abbastanza e ci sono stati scontri con le forze dell’ordine. Le centinaia di migliaia di persone rimaste senza tetto si arrangiano come riescono. Sarura e Laxmi con il loro piccolo di 4 mesi, raccontano quanto dura sia diventata la vita: “Dormiamo su sacchi di plastica, coprendoci con scialli. I bambini dormono sdraiati mentre noi dobbiamo dormire seduti”. Gli aiuti internazionali, in realtà, sono arrivati: tonnellate di cibo, acqua coperte e medicine. Ma il governo non riesce a distribuirli, non ha un piano efficiente per farli arrivare laddove servono. E la rabbia cresce. Come racconta un ragazzo che vive in una tenda improvvisata. Sotto la pioggia battente: “Molta gente è rimasta senza casa. Non c‘è nessun aiuto, nè dai partiti politici, nè da nessun altro. Qui ci arrangiamo da soli: anche questa tenda e questo legno su cui sediamo, facciamo tutto da soli”. E mentre per i superstiti italiani rimpatriati è la fine di un incubo, per questo poverissimo Paese distrutto dalla forza della natura, l’incubo è solo cominciato.

L’Onu chiede 415 milioni di dollari per il Nepal

Il Nepal non ha più bisogno di personale, ma un disperato bisogno di aiuti economici e di alimenti. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite lancia un’operazione di auiti umanitari d’urgenza: fornirà beni di prima necessità a circa 1 milione e 400.000 persone nel corso dei prossimi 3 mesi (costo dell’operazione: 116 milioni di dollari circa). Intanto l’Onu ha lanciato un appello per la raccolta di 415 milioni di dollari per aiutare il Paese ad affrontare la crisi. Contestualmente ha sottolineato che Kathmandu chiede di sospendere l’afflusso di squadre di soccorso dall’estero. Gli esperti arrivati in loco dopo il sisma sono in numero già sufficiente per affrontare l’emergenza. Nonostante i timori espressi ieri dal governo nepalese, il bilancio delle vittime non è stato per ora modificato: oltre 5.300 i morti e almeno 10.000 i feriti.

Aiuti da tutto il mondo. Ma il governo dice di non averne bisogno

Le squadre di soccorritori provenienti dall’estero arrivano all’aeroporto di Kathmandu. Secondo media locali, tuttavia, l’esercito nepalese avrebbe chiesto ai team stranieri di ripartire, ritenendo di poter gestire da solo l’emergenza. Attualmente sono al lavoro 32 squadre provenienti da 15 paesi per un totale di 1.200 soccorritori, in grande maggioranza concentrati nella capitale, dove l’80 per cento delle persone dorme all’addiaccio. “Continuano le scosse e non smette di piovere. Ci mancano soprattutto alimenti e tende” Secondo dati ufficiali ne servirebbero mezzo milione, e ne sono arrivate solo cinquemila. Dall’Onu è partito un appello per la creazione di un fondo di 415 milioni di dollari per la gestione dei 16 campi per rifugiati che si stanno allestendo. Somme sono state stanziate o promesse al Nepal dagli Stati Uniti, dal Giappone e dal Regno Unito. Oltre agli aiuti economici la Cina ha inviato  anche una struttura sanitaria da campo e tutto lo staff medico.

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