Afghanistan. Donne e bambini le maggiori vittime

KABUL – Sono 1.592 i civili uccisi nel conflitto in corso in Afghanistan nei primi sei mesi di quest’anno, con un aumento di vittime tra donne e bambini.

Lo rende noto la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, l’Unama. Oltre ai morti, nello stesso periodo si contano 4.921 feriti e l’Unama spiega che si tratta del numero più alto di vittime civili dall’inizio della sua missione nel Paese sei anni fa, con un incremento dell’1 per cento rispetto al 2014. «Le migliaia di civili uccisi e feriti nel conflitto nei primi sei mesi del 2015 dimostra il continuo fallimento delle parti in conflitto nel proteggere i civili», si legge nel rapporto della missione Onu. L’aumento delle violenze porta con sé un incremento di vittime tra donne e bambini, rispettivamente del 23 per cento e del 13 per cento. «I freddi dati sulle vittime civili non rispecchiano in modo adeguato l’orrore delle violenze in Afghanistan, i corpi lacerati di bambini, madri e figlie, figli e padri», ha detto il rappresentante speciale dell’Onu in Afghanistan Nicholas Haysom. «I dati di questo rapporto non mostrano le famiglie in lutto e le perdite di comunità scioccate di afghani. Questa è la vera conseguenza del conflitto in Afghanistan», ha aggiunto. 

Opposizione armata causa il 70% delle vittime (AdnKronos/Aki) – Le cause principali di morte in Afghanistan continuano a essere gli scontri sul campo tra le forze del governo di Kabul e l’opposizione armata, dove spiccano i Talebani. Le vittime degli scontri sono tuttavia diminuiti del 19 per cento rispetto allo scorso anno, quando a creare ulteriore motivo di attrito erano le elezioni nazionali afghane. Le forze antigovernative, con i Talebani in testa, sono la causa del 70 per cento delle vittime tra il primo gennaio e il 30 giugno di quest’anno, con un tre per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. Diminuito il numero dei morti per ordigni esplosivi improvvisati, mentre è aumentato del 78 per cento il numero delle vittime di attentati kamikaze e di attacchi «complessi», ovvero con bombe diverse. Aumentato del 60 per cento anche il numero delle vittime causate dalle forze pro governative

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