Ucciso in LIbia il boss degli scafisti. L’ombra dei servizi americani

TRIPOLI – Il principale boss del traffico di esseri umani a Zuwara, in Libia, è stato ucciso ieri a Tripoli insieme a 8 suoi miliziani. Lo riferiscono i media locali, tra cui il sito di Libya Herald. L’uomo, Salah Al-Maskhout, ex ufficiale dell’esercito libico nell’era Gheddafi, è stato ucciso da uomini armati, probabilmente “professionisti”, scrive il Libya Herald.

I proiettili utilizzati per uccidere Salah Al-Maskhout “sono di calibro 9mm, quelli in dotazione alle forze di sicurezza americane e alle guardie della sede diplomatica americana”. Lo scrivono media libici citando il dipartimento investigativo di Tripoli e i medici legali che hanno esaminato il cadavere. L’uomo “è stato colpito al cuore”, e ciò confermerebbe l’esecuzione da parte di “professionisti”.   Secondo testimoni che hanno assistito alla sparatoria, citati dai media, “i killer non erano libici”. 


Stando alla ricostruzione, Maskhout era andato a visitare alcuni parenti nei pressi del Medical Centre di Tripoli, accompagnato dalla sua scorta. Il convoglio è stato fermato da uomini armati, “almeno 4”. Poi è scoppiata una sparatoria, i 4 “armati solo di pistole” hanno colpito Maskhout e ucciso altre 8 guardie del corpo. Libya Herald sottolinea che gli uomini di Maskhout erano “armati di AK47” e che dunque il team che li ha uccisi era composto “probabilmente da professionisti”. Zuwara è la cittadina portuale teatro della strage di centinaia di migranti, lo scorso mese, naufragati su un barcone a poca distanza dalla costa. Le tragiche immagini dei cadaveri dei bimbi sul bagnasciuga hanno fatto il giro del mondo. Le milizie locali hanno dichiarato una vera e propria “guerra” ai trafficanti, con il sostegno della gran parte della popolazione.  

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