Siria. I raid russi continuano. La Nato, ‘allarme escalation di Mosca’

DAMASCO – I raid della Russia in Siria hanno consentito di indebolire lo Stato Islamico e altri gruppi armati, oltre ad aiutare le forze del regime sul campo. Lo ha annunciato il capo di stato maggiore dell’esercito di Damasco.

“Dopo i raid aerei russi che hanno diminuito la capacità di combattimento dell’Isis e altri gruppi terroristici, le forze armate siriane hanno mantenuto l’iniziativa militare”, ha affermato il generale Ali Abdallah Ayoub, citato dalla televisione di stato.  Ha inoltre annunciato che le forze armate siriane hanno “intrapreso oggi una vasta offensiva, per schiacciare i gruppi terroristici e liberare regioni e località che hanno sofferto del terrorismo e dei suoi crimini”. Mercoledì una fonte militare aveva segnalato l’avvio di una “vasta operazione terrestre” nel “nord della provincia di Hama”, nel centro del Paese. L’esercito siriano è uscito rafforzato dai bombardamenti dell’aviazione della marina russa, una settimana dopo l’inizio dell’intervento militare di Mosca che ha restituito slancio al regime di Bashar al Assad.

Intanto continua il lancio di missili dalle quattro navi da guerra russe approdate nel Mar Caspio. Nella notte sono state colpite alcune infrastrutture dell’Isis, come ha reso noto il ministero della Difesa a Mosca. Gli attacchi hanno centrato impianti per la fabbricazione di ordigni,  centri di comando, campi di addestramento e depositi di munizioni, ha fatto sapere il dicastero russo con una nota pubblicata sul suo sito internet. 

Tuttavia l’azione militare russa  non va molto a genio alla Nato.  Oggi, infatti, con l’allarme del segretario generale Jens Stoltenberg sulla “preoccupante escalation” delle attivita’ militari russe in Siria, i ministri della Difesa della Nato si avviano ad affrontare una riunione particolarmente difficile a Bruxelles. “Stiamo affrontando molte sfide, provenienti da diversi orizzonti – ha detto Stoltenberg arrivando al quartier generale dell’Alleanza prima della ministeriale – sia da Est che da Sud. E la crisi senza precedenti dei rifugiati e’ proprio la conseguenza dell’instabilita’ a cui assistiamo a sud”. La Nato, ha aggiunto, “sta rispondendo, attuando il piu’ grande rafforzamento della difesa collettiva dalla fine della Guerra fredda”. 

Sul tavolo dei ministri dell’Alleanza, ci sara’ quindi innanzitutto la tensione con la Russia, che ha deciso di sostenere il regime di Assad per combattere lo Stato islamico e, oltre a colpire Daech, colpisce in realta’ anche “altri gruppi moderati”, come Stoltenberg ha chiamato l’opposizione a Damasco. Come ha ribadito il segretario generale, “la soluzione a lungo termine per la pace in Siria non puo’ essere militare, deve essere politica e prevedere una fase di transizione” ma, ha aggiunto, “la Nato e’ pronta ad intervenire per aiutare tutti gli alleati, compresa la Turchia”: e oggi a Bruxelles ci sara’ l’occasione di “valutare la situazione assieme al ministro turco”. I ministri parleranno anche della situazione in Afghanistan, e di una maggiore cooperazione con la Georgia. Stoltenberg auspica anche che venga dato il via libera a due nuovi centri di comando militare in Ungheria e Slovacchia, ai quali se ne aggiungeranno altri sei (Polonia, Bulgaria, Romania, Estonia, Lituania e Lettonia) per poter intervenire rapidamente contro le minacce provenienti da Est, quella “forza rapida di azione” decisa dopo l”aggravarsi della crisi in Ucraina nei mesi scorsi.  

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