Cina-Taiwan: si conclude lo storico vertice. “Siamo una sola famiglia”

“Nessuna forza può separare” Cina e Taiwan,  ha affermato il presidente cinese rivolgensodi a Ma ying-Jeou 

SINGAPORE – E’ iniziato e si è concluso dopo un’ora con una stretta di mano l’incontro tra il presidente cinese Xi JInping e quello taiwanese Ma Ying-jeou, davanti ai rappresentanti  dei media all’Hotel Shangri-La di Singapore, dove sono iniziati i  colloqui. Un incontro storico considerando che l’ultimo risale al 1945 quando  Mao e il leader nazionalista Chiang Kai-she s’incontrarono a Chongqing, allora capitale della Cina appena liberata dall’occupazione giapponese.

Prima di partire da Taipei, il presidente di Taiwan ha espresso la speranza che l’incontro con Xi possa aiutare il mantenimento della pace e dello status quo nello Stretto. 

La nascita di Taiwan fu infatti l’epilogo della guerra civile tra le sconfitte forze nazionaliste di Chang Kai-Shek e il nascente regime comunista di Mao Tze-Tung. Da allora i due Stati non riconoscono la rispettiva esistenza e non hanno relazioni diplomatiche formali, anche se da almeno un trentennio c’e’ un dialogo costante, come dimostra il cosiddetto “Consenso del 1992” con cui Pechino e Taipei hanno riconosciuto l’esistenza di una sola Cina che comprende continente e Taiwan e la cui definizione e’ soggetta alla diversa interpretazione e definizione di ciascuno dei due Stati. A questo principio si attiene il Kuonmintang (Kmt), il partito dell’attuale presidente taiwanese Ma che rispetta lo status quo nella relazione tra i due paesi: la Cina Popolare continua a considerare Taiwan come una provincia ribelle, ma non la invade; Taiwan, dal canto suo, non sfida il gigante cinese con una formale dichiarazione di indipendenza.

A Taiwan, c’e’ pero’ chi vorrebbe una linea piu’ dura verso Pechino: il Partito Democratico Progressista, principale forza d’opposizione, non riconosce il Consenso del 1992 e sostiene l’indipendenza formale di Taiwan ed il suo riconoscimento ufficiale a livello internazionale.

La tempistica di questo primo summit non e’ causale: a gennaio Taiwan andra’ alle urne e il Dpp e’ dato, per la prima volta da quando vi sono libere elezioni a Taiwan, in netto vantaggio sul partito di governo, con il rischio di un deterioramento dei rapporti con Pechino. Il presidente Ma spera quindi di dare un sostegno al candidato del suo partito Eric Chu, dimostrando ai taiwanesi che la politica del Kmt consente a Taiwan di dialogare da pari a pari con la Cina.

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