Turchia. Naufragio migranti, muoiono in 14, sette sono bambini

ISTANBUL – Quattordici migranti, tra cui sette bambini, sono morti annegati questa mattina all’alba al largo della costa occidentale della Turchia, nel naufragio della loro imbarcazione che si stava dirigendo verso l’isola greca di Lesbo: lo riferiscono i media turchi. Ventisette persone, la cui nazionalità  non è stata specificata, sono stati portati in salvo dalla Guardia costiera turca, ha precisato l’agenzia di stampa Dogan.

I migranti avevano lasciato nella notte la regione di Ayvacik, nel Nord-Ovest del Paese, quando la loro imbarcazione è stata investita da una tempesta, ha riferito l’agenzia di stampa Dogan.La Guardia costiera turca, assistita da  elicotteri, è ancora impegnata nelle ricerche di altri, eventuali sopravvissuti. Dall’inizio  dell’anno, gli arrivi via mare in Grecia sono stati oltre 580.000, secondo i dati in possesso dell’Alto commissariato Onu sui rifugiati.In totale, più di 454 migranti sono morti o ritenuti  scomparsi nei primi dieci mesi del 2015 nel tentativo di attraversare l’Egeo tra la Turchia e la Grecia, stando a un conteggio di Amnesty international.

La due giorni a Malta

L’episodio avviene proprio a poche ore dal vertice dei capi di Stato a Malta, dove si incontreranno 60 capi di Stato e di governo per esaminerare  il dossier migranti. Il premier Matteo Renzi indica la linea che intende portare avanti alla due giorni di Malta, ovvero mettere l’Africa al centro dell’ iniziativa europea: “È inutile piangere sulle migliaia di sorelle e fratelli morti nel Mediterraneo, – dice Renzi – se poi non si ha la forza di reagire. È questo l’obiettivo che il governo italiano vuole raggiungere al vertice di oggi e domani.

Il presidente del Consiglio sottolinea che la due giorni è «la grande occasione» per l’Italia, «per ritagliarsi e ritrovare il proprio ruolo nel Mediterraneo». «Ma anche per l’Europa, per ritrovare l’anima persa sotto pile di polverose scartoffie burocratiche». «L’Italia ha fatto il suo dovere e continua a farlo», sottolinea. «Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro quotidianamente svolto da quanti, in uniforme o con la passione del volontariato, hanno salvato tante vite umane in mare, sulle coste. Grazie al nostro impegno, oggi non sono più soli, ma vengono affiancati da squadre e unità navali degli altri Paesi europei. 

L’aumento del flusso di profughi e rifugiati nelle ultime settimane ha spostato temporaneamente l’attenzione dei media dal Mediterraneo centrale alla cosiddetta rotta balcanica. La guerra in Siria ha costretto milioni di famiglie ad abbandonare le proprie case, a separarsi dai propri affetti. È una catastrofe umanitaria che reclama tutta la nostra attenzione». Renzi suggerisce di «intervenire nei Paesi d’origine perchè si creino condizioni adatte alla crescita culturale, lavorativa ed economica di ogni potenziale migrante. Perchè l’Europa rappresenti una scelta, e non un approdo obbligato, un destino inesorabile. Alla Valletta lavoreremo per tutto questo: per favorire lo sviluppo, migliorando la collaborazione tra Paesi europei e africani nella prevenzione e contrasto dell’ immigrazione illegale, nella lotta alla tratta di esseri umani. Il Trust Fund del quale l’Italia sarà tra i principali contributori sarà lo strumento operativo di una cooperazione innovativa tra Paesi che non vogliono limitarsi a reagire o tamponare il fenomeno migratorio, ma che vogliono accompagnarlo con scelte politiche e non emergenziali».  

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