Beirut, 43 morti in attentato rivendicato dall’Isis

BEIRUT- L’attentato di ieri sera rivendicato dall’Isis in un quartiere della capitale libanese Beirut, roccaforte del movimento sciita di Hezbollah, ha ucciso 43 persone ferendone 239, secondo l’ultimo bilancio della Croce rossa libanese.

Molti feriti sono in condizioni critiche, ha detto l’orgaizzazione, che ha rivisto in peggio il bilancio fatto nella serata di ieri, 41 morti e 181 feriti. Si tratta dell’attentato più sanguinoso commesso dai jihadisti sunniti dell’Isis in Libano, il più grave dalla fine della guerra civile del 1975-1990. Il primo attacco rivendicato dell’Isis contro una sede di Hezbollah aveva ucciso quattro persone a gennaio 2014. Oggi le famiglie seppelliscono i loro morti e il governo ha dichiarato una giornata di lutto nazionale, con la chiusura delle scuole.L’attacco ha avuto luogo in una strada commerciale affollata nel quartiere di Bourj al-Barajne, nella periferia su di Beirut. Secondo l’esercito due uomini hanno fatto detonare in successione le loro cinture esplosive e un terzo “terrorista”, che non è riscito a farsi saltare in aria, è stato trovato morto. Ma l’Isis ha parlato di un solo kamikaze e due esplosioni. “Soldati del califfato sono riusciti a far esplodere una motocicletta carica di esplosivo parcheggiata contro un raduno di ‘rafida’”, termine dispregiativo con cui vengono designati gli sciiti, e “dopo che gli apostati sono accorsi sul luogo, uno dei cavalieri del martirio ha fatto detonare la sua cintura esplosiva in mezzo al gruppo” ha affermato lo Stato islamico. L’Isis ed Hezbollah, alleato del regime di Damasco, si combattono in Siria, Paese dilaniato da un conflitto che dal 2011 ha ucciso oltre 250mila persone.

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