Aereo russo abbattuto. Incubi geopolitici nella Turchia moderna

Putin, una pugnalata alle spalle, pagheranno le conseguenze

MOSCA – Sull’abbattimento dell’aereo russo da parte dei turchi Vladimir Putin è indignato. “Questo tragico evento avrà gravi conseguenze per le relazioni russo-turche”, ha tuonato Putin. “Abbiamo sempre trattato Ankara non solo come un vicino, ma come uno stato amico. Io non so chi avesse bisogno quanto è stato fatto oggi, in ogni caso, non noi”, ha precisato. Le parole suonano  molto minacciose e arrivano dopo un incontro a Sochi con colui che in questo periodo è considerato più di altri, un arbitro nella questione siriana: re Abdullah II di Giordania (partecipante ai negoziati di Vienna sulla Siria e incaricato di redigere un unico elenco di organizzazioni in Siria che la Comunità internazionale considera come terroristiche). L’incidente secondo il monarca giordano dimostra “la necessità di un lavoro congiunto dei militari e dei diplomatici nella lotta al terrorismo”. Ma il leader russo evidentemente furioso fa notare che la Turchia “invece di stabilire un contatto immediato con la Russia dopo l’incidente con il Su-24, ha fatto appello alla NATO come se fosse un loro aereo ad essere stato colpito da uno russo”.

E’ indubbio che al di là delle responsabilità effettive, che solo i tracciati radar potranno confermare, la vicenda non farà che aumentare le divergenze fra Mosca e Ankara rischiando di coinvolgere anche la Nato, alla quale il governo turco si è immediatamente rivolto – non per la prima volta – per denunciare le ripetute violazioni russe – spesso del tutto deliberate anche per saggiare le difese dell’Alleanza. Violazioni che erano state rilevate anche dagli Stati Uniti, che si sono tuttavia affrettati a sottolineare il proprio “non coinvolgimento” con quanto accaduto questa mattina. Insomma ci troviamo di fronte a una situazione delicatissima.  Da un lato Putin coalizzato con il governo di Bashar al-Assad, dall’altra la Turchia con i paesi occidentali che vorrebbe sbarazzarsi quanto prima del presidente siriano. Putin ha riferito che i suoi aerei erano impegnati alla lotta contro lo Stato Islamico e la risposta turca è stata davvero esagerata. Ankara, dal canto suo, descrivendo l’accaduto ha premesso che le forze russe non solo combattono l’isis ma anche le milizie turcomanne, quelle di etnia turca, che operano proprio nella zona in cui è caduto il cacciabombardiere Su-24, e per le quali il governo turco ne ha chiesto la tutela al Consiglio di Sicurezza. 

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