Siria: strage a Damasco, 71 morti. L’Isis rivendica

Kerry punta il dito contro Assad. Le vittime salgono a 71 

DAMASCO – E’ un bagno di sangue la strage avventura in un santuario sciita di Sayyida Zeinab, a sud di damasco. Al momento si contano almeno 71 morti e 110. E’ questo infatti il bilancio di tre esplosioni a distanza ravvicinata azionate da parte di due kamikaze. In un comunicato diffuso sul web, l’Isis ha rivendicato l’attacco. In un comunicato diffuso sui social media, lo Stato islamico ha riferito di due miliziani che si sono fatti saltare. Secondo i media siriani, l’attentato è stato messo a segno con un’autobomba e due attentatori suicidi. L’attentato ha scosso il mondo arabo e non solo. Oggi anche il segretario di Stato americano, John Kerry è intervenuto sulla situazione siriana: “Il regime di Assad e i suoi alleati sono la principale fonte di torture e di uccisioni”, ha detto. E poi: “non c’e’ una soluzione militare al conflitto in Siria, senza trattative il bagno di sangue andra’ avanti fino a che anche l’ultima casa sara’ distrutta”. Voglio essere chiaro. Il regime siriano ha una responsabilita’, tutte le parti hanno il dovere di facilitare l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione ora”. Lo afferma il segretario di Stato americano, John Kerry, sottolineando che l’Onu ha inviato 113 richieste per la consegna aiuti umanitari, solo 13 sono state approvate. In molti muoiono per questo, ”non per una guerra per caso, ma per una tattica intenzionale che e’ contraria alla legge della guerra. Bisogna mettere fine alla guerra”.

Condividi sui social

Articoli correlati