Usa 2016. La resa dei conti tra repubblicani e democratici

Probabili candidati Trump e Clinton

NEW YORK –  Alla vigilia del Super Martedì, previsto per il orimo marzo, la situazione  comincia a delinearsi con una maggiore chiarezza. ma non solo. I rapporti di forza interni si fanno sempre più evidenti e non mancano le accuse e gli atriti.

Il miliardario newyorchese, Donald Trump, ha conquistato tre vittorie di fila (in New Hampshire, South Carolina e Nevada), riuscendo per questo a collocarsi in una posizione di assoluto vantaggio sui rivali. Su un totale di 1.237 delegati, quelli che servono per avere la nomination, Trump è riuscito attualmente a conquistarne 81. Seguono il senatore texano, Ted Cruz, e il senatore della Florida, Marco Rubio, a quota 17. Chiudono, il governatore dell’Ohio, John Kasich e l’ex neurochirurgo Ben Carson, rispettivamente a 6 e 4. Al di là dell’ottimo risultato attuale, Trump è il favorito anche nei prossimi appuntamenti elettorali. E non soltanto perché riuscirà probabilmente a capitalizzare le recenti vittorie. Ma anche perché i sondaggi lo danno in forte vantaggio all’interno di Stati che attribuiscono i delegati secondo il metodo uninominale (il cosiddetto winner takes all), come Florida, Ohio e Arizona. Tutti Stati che – come se non bastasse – mettono in palio un elevato numero di delegati. Il Super Martedì si voterà in 12 Stati e saranno messi in palio 632 delegati. Una vittoria netta di Trump gli garantirebbe una nomination quasi scontata.

Intanto  arranca la corrente moderata, guidata da Marco Rubio, il quale si trova al secondo posto e spera in un ritiro di Kasich, che gli permetta finalmente di compattare i centristi per dare scalata al partito. La situazione appare più definita anche tra i democratici. Nonostante le difficoltà finora incontrate (a partire dalla disfatta subita in New Hampshire), Hillary Clinton può attualmente contare su un notevole vantaggio in termini di delegati: ne ha difatti 502 (tra cui 451 superdelegati), contro i 70 del rivale Bernie Sanders. Certo: la strada è ancora lunga. Per ottenere la nomination democratica occorrono difatti 2.383 voti.  Hillary sembra però sicura di sè. Non solo per il South Carolina (dove si voterà sabato 27) ma anche per il Super Martedì: dove la cospicua presenza di Stati meridionali fa ben sperare l’ex first lady. E difatti, come riporta oggi il Financial Times, nel caso Hillary Clinton riuscisse ad imporsi efficacemente in occasione del Super Martedì, al 15 di marzo potrebbe virtualmente risultare già in possesso della nomination (quando, cioè, 2.366 delegati saranno già assegnati). Una manna sulla carta. Ma prevedibilmente Sanders non si arrenderà così facilmente.

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