Usa. La battaglia alla presidenza è tra Clinton e Trump

NEW YORK – La netta vittoria di Donald Trump ed Hillary Clinton a New York, consolida per entrambi la possibilità di essere i candidati rispettivamente dei repubblicani e democratici per la presidenza alla Casa Bianca.

La vittoria del miliardario, che giocava in casa, è stata schiacciante: secondo i dati ancora non definitivi avrebbe inflitto al texano Ted Cruz un vero e proprio “ko”, aggiudicandosi quasi tutti i 95 delegati in palio. Il senatore repubblicano invece non avrebbe ottenuto neanche un delegato newyorkese, arrivando al terzo posto, con appena il 14%, dopo John Kasich secondo con il 25% e Trump che ha superato il 60%. Più limitato ma sempre consistente il vantaggio di Clinton che, nello stato dove è stata eletta due volte al Senato, ha ottenuto quasi il 58% contro il 42% di Bernie Sanders. Ma la sua vittoria è importante soprattutto dal punto di vista politico, perché ferma il momento positivo registrato nelle ultime battute delle primarie dal senatore socialista, che si era mostrato fiducioso nella possibilità di sconfiggere Clinton anche nello stato di New York. 

“La corsa per la nomination democratica è alle ultime battute, e siamo ad un passo dalla vittoria”. E” quanto ha la Clinton nel discorso con cui ha celebrato il netto successo. “In questa campagna abbiamo vinto in tutte le regioni del Paese, da Nord a Sud, da Est ad Ovest, ma questa tappa era personale, voi newyorkesi siete sempre stati al mio fianco ed io ho sempre cercato di essere al vostro”, ha detto ancora l”ex segretario di Stato rivolgendosi agli elettori dello stato che ha rappresentato al Senato per due mandati.  Sentendosi più vicina alla nomination, Clinton ha sottolineato la necessità di riunire il partito democratico dopo il duro scontro con Sanders: “ai sostenitori del senatore io dico che credo che quello che ci unisce sia molto più importante di quello che ci divide”. E si è già proiettata verso lo scontro di novembre attaccando gli avversari repubblicani, Donald Trump e Ted Cruz, che “presentano una visione dell’America che è divisiva e, francamente, pericolosa”. 

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