Congo. Uhncr: 170 donne violentate nell’ultimo attacco

KINSHASA – “Uno stupro di massa pianificato per terrorizzare la popolazione civile”: descrive così, Celine Schmitt, l’ultimo  feroce attacco nel Sud-Kivu, la regione mai pacificata della Repubblica democratica del Congo. Schmitt, portavoce a Kinshasa dell’Unhcr, Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati, riferisce che siano state più di 170 le donne violentate durante gli ultimi devastanti attacchi compiuti da bande di uomini armati contro villaggi Nyakiele e Abala.

E’ lo stupro di massa – documentato – più grave da quando, l’annno scorso, più di 300 donne furono violentate da miliziani, durante un attacco che durò più giorni. Operatori umanitari e medici stanno già prestando soccorso alle ultime vittime, sia fisicamente sia psicologicamente. La situazione è resa più difficile dalle razzie compiute dai miliziani: hanno “saccheggiato i presidi medici e rubato viveri e alimenti essenziali per la sopravvivenza dei civili”, informa la Schmitt.

 

Sono oltre cinque milioni le persone uccise dalla guerra che dal 1998 al 2003 sconvolse il Congo. Ancora oggi, numerosi gruppi armati continuano ad essere attivi e a compiere devastazioni e violenze;  nonostante l’aiuto di migliaia di peacekeepers delle Nazioni Unite – commenta l’Unhcr – “il governo centrale di Kinshasa non è ancora riuscito a riprendere il controllo del territorio”.

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