Siria. Colpito convoglio aiuti Onu ad Aleppo. 36 morti

ALEPPO – Un convoglio delle Nazioni Unite carico di aiuti è stato attaccato nei pressi di Aleppo nelle stesse ore in cui scadeva la tregua concordata tra Stati Uniti e Russia, provocando la morte di almeno 36 persone, tra cui 12 operatori umanitari.

La cifra delle vittime è stata fornita dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, mentre l’Onu ha confermato che sono stati colpiti 18 dei 31 camion del convoglio nei pressi di Urum al-Kubra, a nordovest di Aleppo. 

Le Nazioni Unite hanno fatto sapere che stanno indagando per individuare i responsabili dell’attacco, ma una fonte dell’amministrazione americana non ha risparmiato accuse alla Russia. “Si è trattato di un raid aereo e non è stato condotto dalla coalizione”, ha detto la fonte, precisando che al momento non è chiaro se l’azione sia da attribuirsi ai caccia russi o del regime di Damasco. “In ogni caso – ha accusato – i russi hanno certamente la responsabilità di astenersi da queste azioni ma anche di evitare che le compia il regime”. Un’altra fonte dell’amministrazione di Washington ha sottolineato come l’attacco di ieri abbia dato “un duro colpo ai nostri sforzi di portare la pace in Siria e sta ai russi dimostrazione la serierà delle loro intenzioni, non solo attraverso le parole, ma anche attraverso azioni che dimostrino che questo processo resta fattibile”.

Le Nazioni Unite, attraverso il responsabile per gli Affari umanitari Stephen O’Brien, si sono dette “disgustate e inorridite” dal “vergognoso” attacco, rivelando che nel raid sono stati colpiti anche un deposito della Mezzaluna siriana ed una struttura sanitaria. “Non ci possono essere giustificazioni né scuse, nessuna ragione per attaccare operatori umanitari coraggiosi ed altruisti che cercavano di raggiungere i loro concittadini che hanno un disperato bisogno di assistenza”, ha denunciato O’Brien. E, ancora, il responsabile Onu, ha scandito: “Sia chiaro, se si scoprirà che questo attacco orrendo è stato deliberato, sarò considerato un crimine di guerra”. 

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