Brasile. Lula incriminato per corruzione e riciclaggio

RIO DE JANEIRO – Potrebbe trovarsi presto dietro le sbarre l’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva: il giudice Sergio Moro, responsabile dell’inchiesta ‘Lava-Jato’ (Autolavaggio) sui fondi neri Petrobras, lo ha infatti rinviato a giudizio, per corruzione e riciclaggio.

Insieme a Lula sono state incriminate anche la moglie, Marisa Leticia, e altre sei persone, tra cui l’ex presidente dell’impresa edile Oas, Leo Pinheiro e il presidente dell’Istituto Lula (la fondazione intitolata all’ex presidente della Repubblica), Paulo Okamotto. L’incriminazione fa seguito alla denuncia per gli stessi reati presentata mercoledi’ scorso contro l’ex capo di Stato dal pubblico ministero federale di Curitiba.

Nell’occasione, il procuratore Deltan Dallagnol aveva accusato Lula, la moglie e le altre sei persone per presunte irregolarita’ nella ristrutturazione di un attico di lusso a Guaruja’, sul litorale di San Paolo. L’intestazione dell’immobile alla societa’ costruttrice Oas secondo la polizia sarebbe infatti fittizia e configurerebbe invece occultamento di patrimonio. Durante una conferenza stampa, il procuratore si era tuttavia spinto ben oltre, definendo Lula il “comandante massimo” dello schema di tangenti scoppiato all’interno del colosso petrolifero statale. 

Anche secondo Moro, l’ex presidente-operaio si sarebbe beneficiato dei vantaggi pagati da Oas e sapeva che il denaro era frutto di risorse deviate da Petrobras. “Luiz Inacio Lula da Silva sarebbe il diretto beneficiario dei vantaggi concessi dal Gruppo Oas ed era a conoscenza della loro origine dallo schema criminale che ha colpito Petrobras”, ha scritto Moro, giudice simbolo della Mani Pulite verde-oro, nella sua ordinanza. Dopo aver precisato che “i fatti e le prove raccolti sono sufficienti per l’ammissibilita’ della denuncia”, lo stesso Moro ha ammesso che le prove presentate dai pm di Curitiba sono comunque “contestabili”. “Ma in questa fase preliminare – ha aggiunto il magistrato – non si esige tanto la conclusione esaustiva sulla presenza della responsabilita’ criminale, quanto appena la giusta causa”.  

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