Terrorismo. Rahami voleva uccidere i non credenti

Ora il 28enne è accusato di uso di armi di distruzione di massa

NEW YORK – Gli inquirenti statunitensi stanno indagando per ricostruire i fatti che hanno portato Ahmad Khan Rahami a seminare la paura con le bombe piazzate tra New York e New Jersey. E così l’America torna di nuovo a fare i conti con lupi solitari che agiscono ispirandosi al terrorismo internazionale. O almeno così sembra, visto che nessuna organizzazione terrorista ha ancora rivendicato l’accaduto. Mentre si cerca di capire se qualcuno lo abbia aiutato nel costruire le bombe o fosse anche solo a conoscenza del suo piano. Di sicuro l’attentatore, che ha acquistato su su eBay  alcuni componenti degli ordigni, ammirava Osama Bin Laden e voleva il martirio Ahmad Khan Rahami, come emerge da alcuni stralci del suo diario scritto a mano allegati ai primi documenti dell’inchiesta

Intanto sul 28enne nato in Afghanistan ma diventato cittadino americano,   sono arrivate accuse pesanti dalla procura di New York, inclusa quella legata all’uso di armi di distruzione di massa. Una mossa simile è attesa in New Jersey. Esse vanno ad aggiungersi a quelle già annunciate e legate allo scontro con gli agenti al momento dell’arresto (tentato omicidio di un poliziotto e porto d’armi illegale). L’annuncio del dipartimento di Giustizia è arrivato nel giorno in cui è emerso che il padre del ragazzo già nel 2014 aveva segnalato il figlio come “terrorista” all’Fbi, che aveva “condotto analisi dei propri database interni, controlli tra agenzie e vari interrogatori” senza però avere trovato alcun legame con il terrorismo. Il quaderno che portava con sé quando è stato catturato fa pensare che Rahami – ancora in un ospedale di Newark, in NJ – trovasse ispirazione in terroristi in Usa e all’estero. 

Tra quelle pagine ormai ricoperte del suo sangue Rahami parlava di “uccidere i non credenti” e diceva di ammirare due delle figure che nell’ultimo anno hanno riportato il terrore in Usa: Syed Rizwan Farook, uno dei due responsabili della sparatoria avvenuta il 2 dicembre 2015 in un centro per disabili di San Bernardino (California) nella quale sono morte 14 persone, e Omar Mateen, il ragazzo che ha trasformato una notte dello scorso giugno in un nightclub di Orlando (Florida) in una tragedia in cui in 49 hanno perso la vita. Rahami citava anche Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, i due fratelli che con pentole a pressione hanno provocato una forte esplosione vicino al traguardo della maratona di Boston del 2013; in quel caso a morire furono in tre ma i feriti (anche gravissimi) durono 264. Gli inquirenti stanno ricostruendo i suoi  viaggi fuori dagli Usa e intanto interrogano la moglie Asia Bibi Rahami, che aveva lasciato la nazione al momento delle esplosioni. Gli Emirati Arabi Uniti hanno comunicato che la donna era in transito nel Paese e che è stata fermata per essere interrogata. Dopo avere parlato all’Fbi, ora può tornare negli Usa dove è attesa in settimana e dove verrà nuovamente messa sotto torchio. Ancora si continua a credere che il 28enne abbia agito da solo ma – vista anche la serie di suo arresti all’attivo – gli investigatori vogliono sentire chiunque conosca il ragazzo. 

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