Siria: 23 civili morti in raid della Coalizione a Raqqa

DAMASCO – E’ di almeno 23 civili morti il bilancio di un raid aereo condotto dalla Coalizione internazionale contro il terrorismo a guida statunitense nei pressi di Raqqa, nel nord della Siria. Il raid ha colpito il villaggio di al Heisha controllato dallo Stato islamico.

Tra le vittime si contano due bambini e nove donne, oltre a 32 feriti. I bombardamenti hanno inoltre spinto la popolazione locale a fuggire nei dintorni. Il villaggio di al Heisha si trova a 40 chilometri di distanza da Raqqa. Controllato dallo Stato islamico da oltre due anni, al Heisha e’ stato uno dei primi bersagli della nuova campagna militare lanciata dalle Forze democratiche siriane per riconquistare la citta’ di Raqqa. Una portavoce delle Sdf ha smentito l’uccisione dei civili. “Questo tipo di notizie viene solo dallo Stato islamico”, ha detto Jihan Sheikh Ahmed, la comandante curda che domenica scorsa ha annunciato l’avvio dell’offensiva per riprendere il controllo di Raqqa, nelle mani dell’Is dal gennaio del 2014.

Le Forze democratiche siriane (Sdf), composte in gran parte da miliziani curdi, hanno annunciato domenica 6 novembre l’inizio dell’offensiva per riprendere il controllo della capitale dello Stato islamico (Is) in Siria, Raqqa. Le Sdf, sostenute dagli Stati Uniti, hanno dato il via all’operazione “Angry Euphrates”, come annunciato dalla comandante curda Sheikh Ahmed, in conferenza stampa nella citta’ di Ain Issa. “L’operazione iniziera’ tra poche ore”, ha detto la portavoce curda, sottolineando che l’obiettivo dell’operazione e’ cacciare lo Stato islamico da Raqqa e dai suoi sobborghi. La comandante ha spiegato anche come le forze delle Sdf siano composte all’80 per cento da civili e ha chiesto loro di stare lontani dalle posizioni dello Stato islamico. Fonti del Pentagono citate dal “Wall Street Journal” riferiscono che l’obiettivo delle operazioni in corso e’ di isolare Raqqa in vista di un assalto coordinato, che potrebbe giungere non prima di diversi mesi.

9.jpgIl portavoce dell’operazione militare “Inherent Resolve” guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato islamico, il colonnello John Dorrian, aveva detto venerdi’ in una conferenza stampa che le forze curdo-arabe sono perfettamente in grado di riconquistare la roccaforte dello Stato islamico in Siria. “Noi crediamo che essi abbiano l’esperienza necessaria”, aveva dichiarato Dorrian. Ricordando il successo ottenuto nella liberazione di Manbij avvenuta a meta’ agosto, il portavoce militare aveva sottolineato che con l’aiuto della Coalizione internazionale si potra’ ottenere il medesimo successo anche a Raqqa.

Tuttavia, Dorrian aveva suggerito di inserire all’interno delle Sdf piu’ combattenti arabi prima di questa operazione su larga scala per liberare Raqqa, una citta’ araba sunnita la cui popolazione potrebbe non essere accogliente nei confronti di una forza a grande maggioranza curda, anche se impegnata a combattere contro lo Stato islamico. “C’e’ l’intenzione di ampliare la forza, e, in particolare, il contingente arabo, perche’ siamo consapevoli che Raqqa e’ soprattutto una citta’ araba”, aveva spiegato Dorrian. “Abbiamo intenzione di formare molti di loro secondo le nostre possibilita’”, aveva aggiunto. Il portavoce delle Sdf, Talal Silo, ha dichiarato tuttavia che le Forze democratiche siriane sono “l’unica forza che prendera’ parte all’operazione per liberare Raqqa”.44444.jpg

Silo ha detto ai media internazionali di aver informato le forze della Coalizione internazionale sul rifiuto categorico di alcun ruolo della Turchia nell’operazione per liberare la roccaforte dell’Is in Siria. Da parte sua Ankara e’ fermamente contraria invece a qualsiasi partecipazione delle forze a maggioranza curda nell’operazione, sostenendo che le Sdf sono di fatto guidate dalle Unita’ di protezione del popolo (Ypg) braccio armato del Partito dell’unione democratica (Pyd) considerato dai turchi il ramo del gruppo terroristico Partito dei lavoratori del Kurdistan.

 

 

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