Trump, icona dell’odio. La Nato bacchetta il magnate

NEW YORK – Al motto di “non è il mio presidente” e “l’amore trionfa sull’odio” migliaia di dimostranti sono scesi nuovamente per strada in diverse città degli Usa per protestare contro il presidente degli Stati uniti neoeletto Donald Trump.

Lo accusano di minacciare i diritti civili e umani. Le principali manifestazioni contro Trump si sono tenute a New York, Los Angeles e Chicago. A Portland, in Oregon, la polizia a tarda notte ha arrestato almeno 19 persone. ì A New York la protesta ha attraversato la Fifth Avenue, con vetrine già addobbate in clima natalizio, ed è giunta sotto la Trump Tower.

La quinta notte di proteste anti-Trump, a Portland, in Oregon e’ sfociata nelle violenze. La polizia ha lanciato granate stordenti, gas lacrimogeni e poi ha arrestato una ventina di persone. La folla, alcune centinaia di persone, si e’ raccolta intorno alle 18:00 ora locale a Pioneer Square e la marcia e’ cominciata circa mezz’ora dopo. Poco piu’ tardi, gruppi di facinorosi hanno vandalizzato edifici e bloccato il traffico su varie strade. Secondo fonti sul posto, manifestanti pacifici hanno anche tentato di fermare un gruppo di anarchici che cercava di seminare il caos. La polizia ha riferito di aver trovato un mucchio di pietre e mattoni vicino Pioneer Square. 

La Nato tira le orecchie a Trump

Guai per Trump anche sul piano politico. La Nato, infatti, ha avvertito il presidente che malgrado la loro immensa potenza gli Stati Uniti non possono affrontare da soli le sfide alla sicurezza a cui l’Occidente dovra’ far fronte e che solo uniti all’Europa riusciranno a farcela. Questo il messaggio inviato dal segretario generale del’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg a Trump in un articolo pubblicato sul britannico Observer, la versione domenicale del Guardian. Il tutto mentre lo stesso presidente Barack Obama ha esortato il suo successore a sfuggire alla tentazione dell’isolazionismo. La preoccupazione del resto e’ comune a molti in Europa dopo le ripetute minacce di Trump in campagna elettorale che da presidente non si sarebbe sentito vincolato dall’art. 5 della Carta costitutiva della Nato che obbliga tutti i 28 Paesi membri a reagire nel caso di attacco ad uno solo di loro; e l’unico caso in cui, peraltro, tale principio e’ stato invocato e’ stato dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 quando la Nato spedi’ migliaia di soldati in Afghanistan per aiutare Washington nella lotta contro al Qaeda e i talebani. 

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