*Ue: omicidio Netsov “un atto vergognoso di violenza”

MOSCA – L’Unione europea ribadisce “l’importanza di portare alla giustizia, senza ulteriori ritardi gli organizzatori e gli autori” dell’assassinio di Boris Nemtsov, “atto vergognoso di violenza”. Lo dice oggi, nel secondo anniversario dell’omicidio Vygaudas Ushackas, ambasciatore dell’Unione Europea nella Federazione russa.

“Sono esattamente due anni dallo shock del brutale assassinio di Boris Nemtsov, ex vice primo ministro della Federazione Russa, ex governatore di Nizhniy Novgorod, uno dei leader della opposizione liberale della Russia e un forte sostenitore di una moderna, prospera e democratica Russia”, ha dichiarato. Oggi anche l’ambasciatore degli Stati Uniti in Russia John Tefft ha deposto dei fiori a Mosca, dove Nemtsov è stato ucciso, mentre ieri a Mosca si è tenuta la marcia in memoria di Nemtsov, ex golden boy di Boris Eltsin e nemico di Vladimir Putin, ucciso il 27 febbrai 2014 proprio sul pone che porta al Cremlino e alla Piazza Rossa. Una marcia molto politica, non solo a due anni dall’omicidio, ma anche poco più di un anno dalle presidenziali che si terranno nel 2018. Alcuni manifestanti a Mosca hanno portato ritratti di Nemtsov, bandiere russe e cartelli con slogan come “Una Russia senza Putin”.

“Ci siamo riuniti qui per chiedere di portare gli assassini di Boris Nemtsov alla giustizia, non solo i suoi esecutori, ma anche i suoi organizzatori e chi lo ha ordinato” ha dichiarato Ilya Yashin, attivista dell’opposizione russa e un organizzatore della marcia. L’evento si è tenuto in gran parte senza incidenti, ma la polizia ha compiuto diversi arresti e il leader dell’opposizione Mikhail Kasyanov è stato attaccato durante alla marcia da uno sconosciuto che gli ha lanciato colorante verde in faccia. Quando Boris Nemtsov è stato ucciso due anni fa, l’opposizione russa ha perso una delle sue figure più interessanti e carismatiche. La polizia ha contato 5.000 manifestanti ieri, ma un gruppo di osservatori volontari ha detto che ce ne sono stati più di 15.000. Numeri comunque ben inferiori al movimento di piazza dell’inverno 2011-2012, prima delle precedenti elezioni presidenziali, dove Putin vinse il suo terzo mandato non consecutivo.  

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