Iraq: Brigata cristiana libera ragazza yazida a Mosul

BAGHDAD – La 50ma Brigata cristiana nelle Unita’ per la mobilitazione popolare (coalizione di milizie a maggioranza sciita) ha annunciato la liberazione di una ragazza yazida a ovest di Mosul dagli uomini dello Stato islamico (Is).

Lo ha reso noto il comandante della 50ma Brigata, Osama Caldeani. “Grazie alle informazioni d’intelligence, le nostre forze sono riuscite a raggiungere la ragazza, restituendola ai parenti”, ha detto ancora Caldeani. Nei giorni scorsi le forze irachene hanno scoperto una prigione dove lo Stato islamico teneva segregate le donne yazide nel quartiere 17 luglio, ad ovest di Mosul, che e’ stato strappato al controllo dei combattenti fedeli al Califfato nelle scorse settimane. Lo scorso 18 maggio la polizia federale irachena ha liberato altre due giovani donne yazide rapite dallo Stato islamico nell’agosto 2014 nell’area di Sinjar. Le due giovani, Laila Khiro Hajji, di 20 anni, e Ghaleya Nargis Nasaf, di 18 anni, erano detenute in una prigione nel quartiere 17 luglio.

In base a dati forniti dal direttore del comitato di assistenza agli yazidi nella citta’ irachena di Dohuk, Hussein Qaidi, circa 3.000 esponenti della minoranza irachena detenuti dallo Stato islamico sono stati liberati, mentre almeno 3.400 sarebbero ancora prigionieri dell’organizzazione terroristica. Gli Yazidi sono una minoranza curdofona che pratica una religione monoteista con alcuni elementi che si rifanno al cristianesimo e all’islam. La minoranza e’ considerata eretica dagli estremisti dello Stato islamico. Durante l’estate del 2014, nel pieno della sua espansione nel nord dell’Iraq, il gruppo terroristico ha massacrato numerosi uomini yazidi durante la conquista del monte Sinjar, e ha rapito migliaia di donne, vendendole poi come mogli ad altri combattenti o riducendole a schiave sessuali. Le forze curdo irachene hanno riconquistato la citta’ di Sinjar a fine 2015 con l’appoggio della Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Nel rapporto del giugno 2016, la commissione indipendente d’inchiesta sulla Siria istituita nel 2011 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha definito “genocidio” le violenze commesse dallo Stato islamico nei confronti del popolo yazida in Iraq, facendo particolare riferimento ai tragici eventi avvenuti nell’area di Sinjar, vicino al confine siriano. 

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