Libia. Gheddafi non molla. “Vittoria o morte”. Ma la fine è vicina

TRIPOLI – Gheddafi non vuole proprio arrendersi alla bruciante sconfitta che gli insorti gli stanno infliggendo. Il rais è così convinto della sua onnipotenza che nella notte è tornato a farsi vivo con un nuovo delirante messaggio via radio: “Vittoria o morte contro l’aggressore” ha tuonato il Colonnello, il quale dice  di aver fatto una passeggiata in incognito per Tripoli e di aver invitato i libici a  ripulire  la città dai “ratti”, ovvero dagli insorti. Ma non è tutto. Il rais ha aggiunto che la ritirata dalla sua residenza bunker sarebbe stata solo una mossa tattica.

E poi il portavoce del regime ha minacciato  di trasformare la Libia in un “vulcano”, come se non bastasse già il prezzo che la popolazione civile sta pagando. E per colpa di un solo uomo, “un uomo solo”proprio  come disse nel 1940 Winston Churchill riferendosi al dittatore Benito Mussolini. Stando alle farneticanti frasi pronunciate da Gheddafi le forze lealiste sarebbero in grado di resistere per settimane, anzi mesi. E anche questa notte sono passate al contrattacco lanciando dei missili Scud nelle zone occupate dai ribelli a Sirte e Misurata. Missili Grad sarebbero caduti anche sulla capitale e nella notte i lealisti avrebbero attaccato la città di Ajelat, a ovest di Tripoli, con missili e carri armati.

L’unico neo in questa faccenda è che il nemico numero uno, e anche i suoi figli, sono introvabili. Nessuno sa dove si nasconda Gheddafi e famiglia, nonostante Bab al-Aziziya, il quartier generale del rais, sia stato efficacemente espugnato dagli insorti. Insomma il mistero sulla sorte del dittatore libico rimane. Nel frattempo i raid aerei continuano a sganciare bombe su Tripoli per colpire le ultime sacche di resistenza fedeli al Colonnello. Ma nella capitale libica si combatte anche strada per strada, quartiere per quartiere, dove in cima ai palazzi si sono appostati  i cecchini del regime che dall’alto non risparmiano nessuno.
E a quanto pare il bilancio di questi tre giorni parla da solo: 400 morti e almeno 2mila feriti tra i ribelli, ha riferito il presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil, il quale precisa che la battaglia avrà fine solo dopo l’arresto di Gheddafi.

Anche sul piano diplomatico qualcosa si sta muovendo. La Lega Araba ha, infatti, invitato il Consiglio Nazionale Transitorio dei ribelli libici di Bengasi a partecipare, in qualità di rappresentante della Libia, al vertice straordinario che l’organizzazione pan-araba terrà al Cairo sabato prossimo. Segnale che il Cnt è ormai ufficializzato formalmente dalle diplomazie del mondo arabo.

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