Scene di ordinaria guerrilla in Cile

SANTIAGO – Come ricordare nel migliore dei modi le vittime dovute alla lunga dittatura di Pinochet se non applicando alla lettera il perfetto manuale del guerrigliero?

Duri gli scontri fra le forze dell’ordine cilene e una manciata di infiltrati,opportunamente protetti dai loro cappucci, nel corteo che si muoveva fra le strade di Santiago la capitale del paese.
Arrivati a pochi metri dal cimitero generale, la dove riposano tanti martiri a cui alcuni giorni fa si sono aggiunti i resti dell’ex presidente Allende, i manifestanti si sono frettolosamente allontanati senza fare ciò che volevano e dovevano, rendere cioè omaggio ai loro cari e non solo!

I carabineros che resistono in un primo momento grazie all’uso degli idranti, tornano ad essere colpiti dal lancio di pietre e quant’altro!
Di sicuro Allende il Compañero Presidente,colui che preferì morire  durante il golpe organizzato dall’esercito nel 1973 e che portò alla dittatura del generale Augusto, non sarà rimasto contento di ciò che è accaduto e con lui le tantissime vittime di quei giorni.
Forse ai disturbatori cileni  bisognerebbe ricordare il messaggio lanciato da Allende nel suo ultimo discorso radiofonico:

« Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento. »
Aggiungiamo noi anche la violenza!

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