Siria. Aumentano i casi di giornalisti e blogger scomparsi per aver chiesto la libertà di parola

DAMASCO – “Dopo oggi non ci serve restare in silenzio. Non vogliamo un paese dove si può essere imprigionati per aver pronunciato una parola. Vogliamo un paese che abbracci e accolga con favore le parole”.

Hussein Ghrer è un blogger siriano scomparso dalla  sua abitazione il 24 ottobre scorso per aver scritto, sul suo  HYPERLINK “http://ghrer.net/blog/” blog, esattamente queste parole. Si teme per la sua vita e per quella di tanti giovani attivisti che, dopo aver postato una notizia o diffuso un filmato sulla terribile situazione in Siria, sono misteriosamente scomparsi. Hussein Ghrer ha trent’anni, è sposato e padre di due bambini, dopo aver scritto dell’arresto di un altro blogger siriano, Anas Maarawi, e fatto espliciti riferimenti alla situazione della libertà in Siria è sparito. “Siamo preoccupati per la sicurezza di Lina Ibrahim, Wael Abaza e Hussein Ghrer e altri giornalisti che crediamo essere nella mani delle autorità siriane”, ha dichiarato Mohamed Abdel Dayem, coordinatore del programma per il Medio Oriente e Nord Africa.

Intanto, è partita una campagna su  HYPERLINK “http://www.facebook.com/FreeHussein” facebook per chiedere il rilascio del blogger e di altri prigionieri politici. “Chiediamo l’immediata divulgazione della sorte del nostro amico e collega blogger Hussein Ghrer e la liberazione di tutti prigionieri di coscienza, dal momento che la loro detenzione è contro la legge e diritti umani universali. Chiediamo anche la fine della persecuzione contro la libertà di parola, perché la forza cieca, non importa quanto forte sia, rimarrà cieca, e inciamperà fino a cadere per sempre”, si legge nella pagina.

La Siria ha accettato le richieste avanzate dalla Lega Araba di mettere fine alla repressione violenta del regime di Bashar al Assad contro il suo popolo. Tra le condizioni imposte c’è anche l’impegno del Governo di rilasciare tutti i prigionieri politici arrestati negli ultimi sette mesi, ritirare l’esercito, accettare l’arrivo di osservatori internazionali e avviare un dialogo con le opposizioni. Si attende, ma nessuno crede che al Assad mantenga gli impegni presi. Il Consiglio Nazionale Siriano ha chiesto alla Lega Araba di congelare l’adesione della Siria e di riconoscerlo come unico rappresentante dell’opposizione in Siria. Samir al-Nashar, membro della ufficio esecutivo del CNS non crede che al Assad manterrà le promesse e in ogni caso l’unica cosa che conti, in questo momento, sono “le dimissioni di Bashar al-Assad”. Le notizie di massacri e uccisioni continuano a diffondersi sul web. Altri 12 martiri si legge sulla pagina facebook del gruppo “Syrian Uprising 2011 Information Centre” sono caduti vittime di attacchi dell’esercito a Homs.

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