Colloqui sul programma nucleare iraniano: si riparte da Ginevra

ROMA – Dopo oltre un anno di stallo, riprendono i colloqui sul dossier nucleare iraniano.

L’Iran ha infatti, accettato di partecipare ad un nuovo tavolo di negoziati con il gruppo dei  ‘5+1’, le cinque potenze membri permanenti nel Consiglio di sicurezza dell’ONU più la Germania, per discutere sul suo contestato programma di arricchimento dell’Uranio. I negoziati si terranno a Ginevra il 6 e il 7 dicembre prossimi. La conferma è giunta dal capo negoziatore iraniano, Said Jalili che avrebbe di fatto accettato l’invito del capo della diplomazia europea, Catherine Ashton ad incontrarsi o a Vienna o a Ginevra. Finora l’Iran chiedeva di riprendere il dialogo ma ad Istanbul in Turchia. La ‘palla’ quindi ritorna alle diplomazie che a Ginevra cercheranno di gettare le basi per l’avvio di un negoziato vero e proprio sul programma atomico di Teheran.

 

Per molti  però, la ripresa dei colloqui va attribuita invece, alla forza persuasiva che stanno avendo sul Paese degli Ayatollah le nuove sanzioni imposte all’Iran dal Consiglio di sicurezza dell’ONU a cui poi, si sono aggiunte quelle degli Stati Uniti e dell’Europa. Proprio nei giorni scorsi si è registrate una nuova serie di sanzioni condotte dal Tesoro americano contro dieci compagnie e cinque persone collegate alla Banca Mellat e alla compagnia di navigazione statale, Islamic Republic of Iran Shipping Lines, Irisl. Queste ultime due sono già sulla lista nera stilata dagli USA. In virtù della legge americana, i beni che le persone morali o fisiche menzionate dal Tesoro potrebbero possedere negli Stati Uniti sono ormai congelati, mentre è vietato agli americani avere rapporti commerciali con loro. Quello della prossima settimana sarà quindi un appuntamento importantissimo per cercare di riavviare il dialogo tra comunità internazionale e Repubblica Islamica e le trattative sul programma nucleare iraniano. Un programma che la comunità internazionale, ONU in testa, sospetta che Teheran porti avanti per dotarsi della bomba nucleare, mentre l’Iran assicura che il suo programma nucleare ha solo uno scopo civile.

 

Al faccia a faccia tra la Ashton e Jalili prenderanno parte anche rappresentanti degli Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Germania e Gran Bretagna. Nell’ottobre del 2009 a Vienna, ultima volta che i negoziatori si sedettero allo stesso tavolo, il gruppo dei ‘5+1’ presentò un’offerta su proposta dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Aiea. Questa proposta riguardava il reattore di ricerca di Teheran. Un impianto che produce isotopi medici e che non ha capacità militari. Allora venne proposto il trasferimento in Russia di 1.200 chili di uranio arricchito al 5 per cento dall’Iran per essere ulteriormente arricchito al 30 per cento prima di essere poi, trasformato in Francia in barre di combustibile per il reattore iraniano. Una proposta che l’Iran ritroverà di nuovo sul tavolo di Ginevra in quanto la comunità internazionale è ancora ben disposta in tal senso. Nel maggio 2010, Teheran ha però, co-firmato con il Brasile e la Turchia una controproposta, rimasta però senza seguito. Tale proposta prevedeva l’invio, in deposito a titolo di garanzia, in Turchia dei 1.200 chili di uranio arricchito al 5 per cento. Nel frattempo lo stesso quantitativo di combustibile veniva arricchito dalla Russia e trasformato dalla Francia e poi, inviato al reattore di Teheran.

 

Questo accordo però, non ha trovato il sostegno della comunità internazionale. Il suo significato è di chiara mancanza di fiducia delle autorità di Teheran nei confronti della comunità internazionale. Il regime degli Ayatollah teme che il materiale nucleare una volta uscito dal Paese non vi faccia più ritorno per ostacolare il programma nucleare iraniano. Un programma che la Repubblica islamica ha tutte le intenzioni di portare avanti, costi quel che costi. In questi giorni è stato lo stesso ministro degli Esteri, Manouchehr Mottaki a confermare questo orientamento affermando che: “Sosteniamo i colloqui, i negoziati e il dialogo. Ma questo non significa che faremo concessioni o ritratteremo le nostre principali posizioni”. Un punto di vista condiviso con il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad che proprio appena lunedì scorso ha affermato che non cederà a qualunque richiesta di sospensione delle attività rivendicando il diritto di Teheran ad arricchire l’uranio per produrre combustibile nucleare. Una conferma dell’intransigenza di Teheran arriva anche dalle odierne dichiarazioni del direttore dell’Aiea, Yukiya Amano. “L’Iran non offre la cooperazione necessaria per potere confermare che tutte le sue attività nucleari sono pacifiche”. Queste affermazioni derivano dal fatto che Teheran dovrebbe garantire libero accesso agli ispettori dell’Aiea a tutti i sui siti nucleari e fornire i documenti richiesti dall’agenzia ONU. Cosa questa, che le autorità iraniane non sempre hanno soddisfatto.

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