Congresso Usa. Obama, agenda fitta di priorità. “Sarà un anno di azione”

ROMA – Il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, come avviene ogni anno, martedi 28 (in Italia era il 29 alle 3 del mattino) ha tenuto il discorso al congresso, durante il quale viene fatto il punto sulla situazione della nazione, sugli obiettivi e le priorità per il futuro.

I temi maggiormente toccati sono stati soprattutto quelli riguardanti le misure economiche, anche se si parla più che altro di aggiustamenti vista la più che rosea condizione americana del momento. Da notare anche la volontà di venire incontro ai repubblicani, e per far si che le proposte non vengano bocciate, in quanto quest’ultimi rappresentano la maggioranza alla Camera, e perché ci si avvicina verso le elezioni: “Sono impaziente di lavorare insieme a voi. [..] Nei prossimi mesi, vediamo dove possiamo compiere dei progressi insieme. Facciamo in modo che questo sia un anno di azione. E’ ciò che vuole la maggioranza degli americani. [..]Io credo che quello che ci unisce, nonostante la razza, la religione o il partito, vecchi e giovani, ricchi o poveri, è il semplice, profondo credo nella opportunità per tutti”. Obama ha descritto il nuovo anno come un “anno di azione”: «L’America non sta ferma  e non starò fermo nemmeno io. Ogni volta che potrò fare qualcosa, anche in assenza di azioni legislative, per estendere le opportunità a disposizione delle famiglie americane, lo farò.» . L’intenti del Presidente sono molteplici: incrementare il salario minimo da 7,25 dollari l’ora a 10,10 dollari, offrire ai lavoratori la possibilità di aprire un conto corrente per i propri risparmi a condizioni vantaggiose qualora i datori di lavoro non offrono contributi pensionistici, imporre nuovi standard ecologici per le automobili. Si è anche rivolto al Congresso chiedendo di lasciare la riforma sanitaria in vigore e alla Camera per fare entrare in vigore la riforma che consentirebbe di dare la cittadinanza a milioni di persone che vivono da tempo in America. Piccolo capitolo quello della politica estera, dove si è parlato, in modo molto limitato, del ritiro dall’ Iraq, di quello in fase di sviluppo dall’Afghanistan, e dalla volontà di chiudere il carcere di Guantanamo. La priorità resta la difesa dal terrorismo. A concludere il saluto, accompagnato da tutto il Congresso, al soldato Remsburg, sfigurato da una bomba in Afghanistan.

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