Nigeria, ragazze rapite. Arrivano gli esperti USA per collaborare

ROMA – La situazione delicata venutasi a creare da ormai oltre un mese in Nigeria, dove oltre 250 studentesse sono finite nelle mani del gruppo terroristico Boko Haram.

E a questo punto, Barack Obama pare aver deciso di non dover tergiversare oltre, e ha mandato sul suolo nigeriano gli esperti statunitensi, al fine di collaborare con le autorità locali per le operazioni di ritrovamento delle ragazze. Una misura resa necessaria anche da alcuni retroscena che svelano come, prima del rapimento avvenuto nella scuola femminile di Chibok, all’esercito locale sia arrivata una soffiata che annunciava quanto stava per accadere, ma nonostante ciò non c’è stata alcuna azione in segiuto della soffiata stessa. Negligenza o corruzione? Purtroppo, a sentire il ministro dell’informazione nigeriano Maku, non si può escludere la seconda ipotesi, visto che ha pubblicamente ammesso che potrebbero esserci infiltrati del gruppo terrorista nei vertici della sicurezza nazionale. La delegazione americana comunque si è subito messa all’opera, convinta che le ragazze siano state separate in piccoli gruppi per facilitare gli spostamenti. Ci sono però pareri discordanti su quale sia effettivamente il luogo nel quale portare avanti le ricerche. L’ex premier britannico Gordon Brown infatti ha caldamente consigliato di scandagliare i paesi limitrofi come Niger e Ciad, prima che sia troppo tardi e le ragazze vengano disperse in tutto il continente. Il presidente nigeriano Goodluck invece si è detto convinto che le ragazze siano ancora nei confini nazionali e ritiene sia questa la strada su cui insistere nelle ricerche. Intanto anche l’ONU ha voluto esprimere la sua “profonda indignazione” per l’accaduto, e lo ha fatto tramite il presidente Ban-Ki-Moon, che ha anche inviato un rappresentante per appoggiare la nazione nigeriana nelle sue ricerche.

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