Ucraina, continuano gli agguati sanguinosi. Oggi il primo tavolo d’unità nazionale

ROMA – È previsto questo pomeriggio, dopo l’agguato avvenuto ieri  a Kiev che ha visto sette militari uccisi e altri sette feriti, l’inizio della prima seduta del tavolo d’unità nazionale organizzata dal governo ucraino. Lo scopo dell’incontro è di mettere fine alla crisi politica in atto in Ucraina e agli innumerevoli scontri armati tra i separatisti filorussi e le truppe fedeli a Kiev. 

Alla riunione prenderanno parte i politici nazionali insieme ad esperti, ministri, rappresentanti religiosi e della società civile, due ex presidenti ucraini e infine i candidati alle prossime elezioni. Dalla seduta sono stati esclusi invece i rappresentanti dei separatisti armati, ritenuti ormai terroristi.  Tuttavia gli scontri e gli attacchi sanguinosi continuano, provocando ulteriori morti e feriti: il ministero della Difesa di Kiev riferisce che altri due soldati ucraini sono morti e altri due sono rimasti feriti dopo che il loro veicolo ha preso fuoco nella regione di Kherson.

Il presidente della Duma russa, Serghiei Narishkin, ha affermato che i controversi referendum separatisti delle regioni di Donetsk e Lugansk hanno dato “risultati convincenti” di cui “le autorità di Kiev e tutti gli altri dovrebbero tenere conto”. Tuttavia la legittimità delle elezioni presidenziali ucraine del prossimo 25 maggio è incompleta, ma  non svolgerle sarebbe peggio, “quindi è necessario scegliere il minore dei due mali”, ha aggiunto il presidente.

Secondo l’Unione europea, le elezioni presidenziali in Ucraina, potrebbero giocare “un ruolo cruciale” per l’uscita dalla crisi in cui è ormai da tempo precipitato il paese. Frank Walter Steinmeier, il ministro degli Esteri tedesco,  in visita a Kiev, ha parlato dell’argomento con i vertici istituzionali e politici ucraini, prima di fare tappa a Odessa, nel sud agitato dagli scontri fra nazionalisti e separatisti filo-russi. Steinmeier inoltre ha incontrato in Ucraina anche Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco del Paese, che è stato indicato da Pavel Gubarev, il “governatore popolare” dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, come uno dei finanziatori degli insorti.

L’Osce, dopo una telefonata del suo presidente con Putin, ha annunciato che il presidente russo “appoggia” la mediazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in vista di una riduzione della crisi in Ucraina.

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