Thailandia, ex premier trattenuta dall’esercito

ROMA – In Thailandia la situazione continua di ora in ora a complicarsi e a farsi meno chiara. I media thailandesi riferiscono che l’ex premier Yingluck Shinawatra (destituita il 7 maggio, prima capo di governo donna del Paese e sorella del magnate ed ex primo ministro Thaksin Shinawatra) è in questo momento detenuta dall’esercito assieme ad altri componenti della famiglia. L’ex premier era stata convocata assieme ad altri 155 esponenti politici all’interno di un complesso militare e dopo alcune ore è stata portata via in un luogo segreto dove verràtrattenuta per i prossimi 3 giorni. Stando alle parole di un portavoce dell’esercito, i 155 esponenti convocati sono perlopiù vecchi politici dell’ex governo Puea Thai e del Partito Democratico d’opposizione. A tutti è stata applicato il divieto di espatrio.

Solo pochi giorni fa, tre per la precisione, era stata proclamata la legge marziale, azione giustificata con l’intento di porre fine alla crisi politica e agli scontri di piazza che ormai da sei mesi stavano segnando il Paese e che hanno causato in questo lasso di tempo 28 morti e ben 800 feriti. Nonostante ciò, inizialmente la possibilitàdi un colpo di stato era sì possibile ma non eccessivamente accreditata viste le parole del generale Prayuth Chan-Ocha, il quale aveva dichiarato “l’esercito reale intende portare il prima possibile la pace e l’ordine al Paese amato da ogni cittadino thailandese. Intendiamo risolvere la situazione rapidamente”. Ieri, invece, la situazione è cambiata drasticamente: l’esercito thailandese ha dichiarato un colpo di stato in piena regola e trasformato in carta straccia la Costituzione proclamata nel 2007 dalle medesime forze armate. Da ieri, ogni assembramento politico di piùdi cinque persone è proibito, il senato e la magistratura continuano invece a funzionare regolarmente. Gli accampamenti dei manifestanti nella capitale (sia degli anti-governativi sia dei “rossi” fedeli all’ex primo ministro Thaksin) sono ora sotto la supervisione dell’esercito. E’stato dichiarato in tutto il Paese un coprifuoco notturno, mentre dell’ex premier ad interim Niwatthamrong Boonsongpaisan non si ha traccia giàdai primi negoziati che aveva disertato. Nonostante è fatto divieto a tutti i media di riportare o diffondere notizie o immagini dannose per l’interesse nazionale”, come ha sentenziato il capo delle forze armate Prayuth, finora sembra essersi svolto tutto senza violenze e mentre i civili continuano normalmente la proprio routine.

Il golpe è stato criticato sia dalla Comunità internazionale che dagli Stati Uniti. “Non ci sono giustificazione per questo azione ”ha affermato John Kerry, sollecitando successivamente il ripristino del governo civile.

La velocità con cui si è mosso l’esercito, in seguito a negoziati in cui era chiara l’impossibilitàdi un compromesso con le forze politiche, fa pensare ad un rinvio a tempo indeterminato delle elezione. Il colpo di stato divide però il paese: per la protesta antigovernativa che ha manifestato per oltre sei mesi a Bangokok il golpe è una vittoria; ideologicamente, la borghesia della capitale si sente invece vicina all’esercito, mentre le classi medio basse, in particolare del nord rurale, che votano per l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra sono sempre piùconvinte che l’intero establishment compresi i militari gli sia ormai ostile. Anche se ora la situazione è calma si rischia prima o poi di erompere in nuove violenze. Infatti, i rossi, ovvero il “Fronte unito per la democrazia”, ha già annunciato rappresaglie per ottenere le elezioni, che, stando alle analisi piùcondivise, sembrerebbero un miraggio.

 

Condividi sui social

Articoli correlati