Elezioni in Egitto: Al-Sisi favorito

CAIRO. Si sono aperte questa mattina le urne per le presidenziali anche in Egitto. Oltre 53 milioni di persone sono chiamate al voto per scegliere tra l’ex generale Abdel Fattah al Sisi e il leader della sinistra Hamdine Sabbahi.

Le urne si chiuderanno questa sera alle ore 21 ma si potrà votare anche domani. Dopo gli scontri avvenuti alla vigilia delle votazioni in diverse città del Paese tra polizia e Fratelli musulmani che hanno causato tre morti e 23 feriti, le misure di sicurezza che sono state adottate sono eccezionali e intanto fonti del ministero dell’Interno hanno smentito le voci dell’esplosione di un ordigno davanti a un seggio a Mahalla nel nord. Il ministero sostiene che in tutto il Paese regna al momento la calma. Sisi e Sabbahi sono stati tra i primi a votare. Sisi, vestito in abito grigio,ha votato alle 9:05 nella sua circoscrizione nel quartiere di Heliopolis al Cairo. Sabbahi nel quartiere di Dokki, sempre nella capitale. Non parla nei comizi, fa poche interviste e non ha presentato un programma ma è l’uomo che si avvia a vincere le elezioni presidenziali, così Abdel Fattah El Sisi è il favorito di queste presidenziali 2014. Dallo scorso 3 luglio quando Sisi, sull’onda della grande manifestazione del 30 giugno, ha deposto il presidente islamista Mohammed Morsi, la sua immagine ha invaso le strade egiziane facendo di lui il nuovo salvatore della patria. Il 26 marzo si è dimesso da capo delle forze armate e poche ore dopo ha annunciato la sua candidatura con un discorso alla nazione trasmesso in tv. “Si è presentato in divisa dicendo che da allora in poi avrebbe vestito abiti civili”, spiega Iskandar attivista e giornalista egiziano. “Ma il fatto stesso che una volta dimessosi dalle sue cariche abbia potuto fare un discorso in tv dimostra quello che tutti sanno e cioè che Sisi sta guidando il paese dal giorno della deposizione di Morsi”. Il fatto che dunque sia il favorito è dovuto anche alla struttura della sua campagna che poggia su un team elettorale che vede anche un assiduo ed efficace uso dei social network. La campagna, inoltre, può contare su un cospicuo budget che ha permesso anche l’organizzazione di una regata ad Alessandria con foto ben in vista del favorito e la distribuzione di volantini per la capitale con dei jet privati. Quindi una campagna in piena regola, con la sola differenza che non è stato presentato nessun programma e Sisi, oltre alle poche interviste accomodanti alla tv egiziana, non fa apparizioni pubbliche e soprattutto evita accuratamente la stampa straniera. Ciò che per Sisi è importante più che organizzare un proramma è promettere stabilità e sicurezza nazionale e la fine della minaccia islamica. Queste elezioni presidenziali rappresentano uno snodo cruciale nell’evoluzione del paese egiziano, ma deve essere ben chiaro che questo passaggio sta avvenendo in un anno che per il paese è stato molto cruciale e complesso per la sua storia politica. Soltanto le settimane seguenti al voto potranno chiarire a tutto il mondo se l’Egitto si incamminerà verso una nuova spirale di violenza oppure se il sistema politico riuscirà a creare condizioni più adeguate per il popolo. Quindi, ancora per adesso, poco importa chi vincerà le presidenziali ma importa di più cosa farà dopo averle vinte. 

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