USA. Proteste dopo l’uccisone del ragazzo nero

MADISON (USA) – Diverse centinaia di persone sono scese in piazza anche ieri a Madison, nel Wisconsin, per protestare contro l”uccisione del giovane afroamericano Tony Robinson da parte della polizia il giorno prima. “Black Live Matters” (la vita dei neri conta), lo slogan scandito dagli attivisti che hanno attraversato la città, dal commissariato fino al punto in cui il ragazzo è stato ucciso.

Venerdì la polizia era stata chiamata intorno alle sei e mezzo di sera per una rissa e un problema di ordine pubblico. Il primo agente ad  arrivare, Matthew Kenny, bianco, 42 anni, da 12 in polizia, ha inseguito fino in un appartamento vicino la persona che gli era stata indicata come sospetta. Colpito al viso, il poliziotto ha aperto il fuoco. Robinson è morto poco dopo nell”ospedale in cui era stato ricoverato. Non sono state ritrovate armi, ma il capo della polizia di Madison Mike Koval ha dichiarato che è troppo presto per escluderne la presenza e definito quanto accaduto una “tempesta perfetta e  perversa”. L”agente è stato messo in aspettativa.

L”uccisione del giovane nero Michael Brown a Ferguson nel Missouri lo   scorso agosto aveva scatenato proteste, anche a Madison, e aperto un   dibattito in tutto il paese, anche in seguito ad altri episodi di violenza da parte della polizia, sul comportamento delle forze dell”ordine nei confronti delle minoranze, sulla “repressione e violenza” denunciata ieri, in occasione del 50esimo anniversariod ella marcia di Selma, dallo stesso Presidente Barack Obama. Durante le proteste per gli eventi di Ferguson gli attivisti di Madison,  mobilitati per denunciare la morte di Brown, si erano già scontrati con la polizia locale accusata di “razzismo e pregiudizi strutturali”.

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