NEW YORK – “Non sappiamo ancora il perche’ di questo evento terribile”. E’ questo il commento di Barack Obama sulla della strage avvenuta in California. Una strage ad opera di una coppia di marito e moglie, con una figlia appena nata, che, a differenza della maggior parte dei recenti killer di stragi e massacri negli Stati Uniti, non hanno lasciato, almeno a quanto risulta finora, su Internet e social media proclami o soltanto indizi per ricostruire il loro gesto.
Tra le poche voci che compaiono su Internet a nome di Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik, oltre ad un profilo dell’uomo messo sul sito per incontri, la pagina in cui la donna annunciava la nascita della figlia, lo scorso maggio, e faceva la lista dei regali per amici e parenti per la cosidetta ‘baby shower’, tra i quali il seggiolino per l’auto, biancheria, pannolini. Insomma tutto quello che una mamma prepara per la nascita di un bimbo. Un’altra rilevante differenza infatti con le precedenti stragi è il fatto che sia entrata in azione una donna, cosa finora non registrata nella lunga lista di omicidi di massa negli Stati Uniti.
Come del resto è anche raro che vi sia più di un responsabile, dal momento che in prevalenza gli artefici di questi massacri hanno agito da soli, con l’eccezione di Columbine, dove furono due gli studenti che aprirono il fuoco sui compagni e professori del liceo del Colorado uccidendone 13 nel 1999.
In coppia agirono anche i fratelli Tsarnaev nel 2013 a Boston, quando uccisero 3 persone e ne ferirono oltre 200 durante la maratona, ma in quel caso si trattò di un attentato terroristico per il quale lo scorso Dzochar Tsarnaev, ventunenne musulmano di origine cecena sopravvissuto alla sparatoria con la polizia in cui morì il fratello, è stato condannato a morte. Per il momento, la polizia californiana e l’Fbi sono molto caute e si limitano ad affermare di non poter escludere il terrorismo. “Per piacere, non chiamate in causa l’Islam o i musulmani. La nostra fede è contraria questo tipo di comportamento”, hanno detto dalla comunità islamica del sud della California.
Nel profilo online sul sito iMilap.com Farook affermava di provenire da una famiglia con valori occidentali ed orientali, descrivendosi come “un musulmano che vive negli Stati Uniti, in California. Religioso, ma con una famiglia moderna composta da quattro persone, due femmine e due maschi”. Unico elemento sospetto su questo profilo, il fatto che il giovane aveva messo tra i suoi interessi anche il tiro al bersaglio, interesse che comunque condivideva con milioni di americani. Ed è su questo sito che forse Farook ha incontrato Malik, nata in Pakistan – da dove proviene la la famiglia Farook trasferitasiin Illinois dove è nato Syed – che si trovava però prima del matrimonio in Arabia Saudita, dove Farook era andato tornando poi con la moglie laureata in farmacia.
Il marito era da cinque anni dipendente dal dipartimento Sanità della contea di San Bernardino, con un buon salario di 71mila dollari, secondo i dati del 2013, ed era ispettore nel centro attaccato la notte scorsa. Sul lavoro Farook era “riservato ed educato, senza mai dare nessun segnale di nutrire risentimento”, dicono i colleghi. “Non mi è mai sembrato un fanatico, mai un sospetto”, affermano ancora i colleghi, ricordandolo come un osservante musulmano che però non discuteva mai di religione. In effetti quel giovane “alto, magro e con la barba” parlava poco, ma in generale era rispettato anche per l’impegno che metteva nel suo incarico di ispettore sanitario, che si concentrava soprattutto nel
riscontro del rispetto delle regole igieniche in mense e centri sportivi pubblici. Insomma, la giovane famiglia sembrava che vivesse “l’american dream”, hanno raccontato alcuni colleghi di Farook, soprattutto dopo la nascita sei mesi fa della figlia che ieri mattina la coppia avevano affidato alla nonna affermando di dover andare ad un appuntamento medico. Non avendo poi notizie del figlio e della nuora la donna poi si era preoccupata e temeva che potessero essere tra le vittime dell’attacco al centro dove lavorava il figlio.
Invece, secondo la descrizione del capo della polizia Burguan, Farook e la moglie sarebbero stati i protagonisti dell’attacco al centro: un attacco che avevano ben preparato, dal momento che indossavano divise tattiche, maschere nere ed imbracciavano molte armi. “Sono arrivati preparati a fare quello che dovevano fare come se fossero in missione – ha detto – sulla base di quello che abbiamo visto e su come erano equipaggiati, ci fosse un certo grado di pianificazione. Non credo che in un attacco deciso al momento qualcuno prenda divise tattiche e quel tipo di armi”. Secondo alcuni testimoni infatti Farook avrebbe lasciato la festa nel centro visibilmente arrabbiato poco prima dell’inizio della sparatoria.